La febbre emorragica di Crimea-Congo è una malattia virale che sta preoccupando per la sua elevata pericolosità.
Sebbene finora non siano stati segnalati casi in Italia, è importante essere consapevoli dei sintomi, dei rischi e delle misure preventive per scongiurare questa malattia potenzialmente letale.
Che cos’è la febbre emorragica di Crimea-Congo?
La febbre emorragica è causata dal virus Nairovirus, appartenente alla famiglia dei Bunyaviridae. Il virus viene trasmesso principalmente dalle zecche Hyalomma, che si trovano nelle regioni più calde, come l’Africa e l’Asia.
Le zecche fungono da serbatoi del virus, mentre animali domestici e selvatici come mucche, pecore, cammelli o capre agiscono come ospiti per la diffusione dell’agente patogeno.
L’agente patogeno può essere trasmesso anche attraverso il contatto diretto con il sangue o la carne di animali infetti. Gli ospedali, purtroppo, spesso sono la fonte di focolai di febbre di Crimea-Congo.
È stato documentato anche il contagio per via sessuale o per aerosol.
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Quale pericolo reale c’è che questo virus arrivi in Italia?
Dopo gli avvenimenti mortali in Iraq e Namibia, il virus ha ucciso due persone in Pakistan e ci sono diversi casi di contagio in Spagna.
Il virus, purtroppo, potrebbe diffondersi in altri paesi dell’Europa, compresa l’Italia, attraverso le zecche.
Attualmente non esiste un vaccino disponibile per la prevenzione della malattia, che può risultare letale dal 5% al 30% dei casi. È consigliato proteggersi, quindi, dalle punture di zecche e dal contatto con animali nelle aree colpite.
Durante la permanenza in zone a rischio, si raccomanda l’uso di repellenti per insetti e di indossare abiti a maniche lunghe di colore chiaro. Dopo essere stati all’aperto, si consiglia di controllare il corpo per riscontrare la presenza di zecche e rimuoverle immediatamente se necessario.
Quali sono i sintomi della febbre emorragica Crimea-Congo?
La malattia inizia improvvisamente con febbre alta, mal di testa e dolori muscolari, vomito, diarrea, ecc. Con il progredire della malattia, possono verificarsi eruzioni cutanee e sanguinamento generale.
Ecco un elenco di sintomi probabili:
- febbre;
- brividi;
- dolore al collo;
- dolori muscolari;
- linfonodi ingrossati;
- mal di testa;
- sonnolenza;
- sbalzi d’umore;
- depressione;
- dolore epigastrico;
- nausea;
- vomito;
- diarrea;
- congiuntivite;
- fotofobia;
- emorragia;
- ecchimosi;
- epistasi;
- sanguinamento intestinale;
- ematemesi
- ematuria.
L’emorragia può portare ad una insufficienza multi-organo e, di conseguenza, alla morte.
Come si cura la febbre emorragica di Crimea-Congo?
La diagnosi della febbre emorragica di Crimea-Congo viene effettuata attraverso il rilevamento diretto o indiretto del virus in laboratori appositamente attrezzati. Gli anticorpi IgG e IgM contro il virus possono essere rilevati mediante test ELISA a partire dal 6° giorno di malattia.
Per quanto riguarda la terapia, si adotta un approccio principalmente sintomatico e si pone particolare attenzione alla stabilizzazione delle funzioni vitali. È necessario isolare il paziente in quarantena, poiché esiste un rischio di infezione. In alcuni casi, l’uso di farmaci antivirali come la ribavirina può essere efficace.
Per la profilassi, al momento non esiste un vaccino sicuro disponibile per la febbre di Crimea-Congo, anche se la ricerca è in corso.
Quando ci si trova in zone endemiche, è consigliato l’uso di repellenti per insetti come il DEET e indossare abiti a maniche lunghe di colore chiaro. Dopo essere stati all’aperto, soprattutto in prossimità di animali, è importante controllare il corpo per la presenza di zecche e rimuoverle immediatamente.