Da Quota 41 per tutti a Opzione Donna, il sottosegretario al Ministero del Lavoro Claudio Durigon torna a parlare di pensioni, concentrandosi sulle due misure più attenzionate.

Quota 41 per tutti ultimissime

Fino a qualche mese fa, proprio Durigon aveva dato speranza ai lavoratori, affermando che Quota 41 per tutti sarebbe stata introdotta già a partire dal 2024. Poi il sottosegretario, prendendo atto delle scarse risorse a disposizione per sostenere una spesa così massiccia, ha corretto il tiro e ora parla di obiettivo di legislatura. Nella sua ultima intervista, rilasciata ad Affaritaliani, Durigon ha spiegato:

“A fine giugno si sono svolti una serie di tavoli con le parti sociali proprio sulla riforma delle pensioni. Stiamo parlando di un lavoro esteso che riguarderà un riordino generale della materia. L’obiettivo di legislatura sarà sicuramente Quota 41 per tutti, sulla quale posso assicurare che sarà raggiunta entro la fine del mandato parlamentare.

Per adesso resta in vigore la Quota 103, che è sostanzialmente una Quota 41 con 62 anni di età. Per il resto stiamo lavorando per capire le risorse e sondando diverse possibilità per la prossima legge di Bilancio.

I costi dei vari provvedimenti sono in via di definizione. È chiaro che il carico sulla finanza pubblica va sempre letto anche come un forte incentivo al ringiovanimento del mercato del lavoro: gli ingressi devono essere superiori alle uscite”.

Opzione Donna

Altro nodo da sciogliere per il governo è quello legato ad Opzione Donna, che rischia di sparire definitivamente a partire dal 1 gennaio 2024. E’ probabile che nella prossima discussione della riforma pensioni a settembre sarà proposta ai sindacati l’opportunità di far convergere il pensionamento anticipato per le lavoratrici in Ape Sociale. A questo proposito, Durigon ha affermato:

“Un altro degli aspetti che sarà al centro del nuovo sistema pensionistico sarà sicuramente un’azione per le donne. Ci sono diverse possibilità che resti Opzione donna, anche se è, a tutti gli effetti, uno strumento piuttosto invasivo, dato che prevede una decurtazione del 30% degli assegni.

Stiamo studiando altre misure, ma su questo vanno battute diverse strade insieme alle parti sociali, con cui vogliamo avere un confronto continuo e costruttivo. Già nell’ultima legge di bilancio, invece, abbiamo confermato ed incentivato una serie di misure a sostegno delle donne che rientrano nel mercato del lavoro”.

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