Andrea Furlanetto colleziona gagliardetti dal 1979, spinto dall’amore per il calcio inteso come elemento fondamentale nel contesto sociale e culturale. La storia di questa passione la racconta al sito eroidelcalcio.com. “Credo che l’amore per il collezionismo – spiega – sia una caratteristica innata, io ho sempre raccolto e catalogato diverse cose, fin da bambino. Secondo me, esistono due categorie di persone: i collezionisti e i non collezionisti. Per i secondi è impossibile capire i primi, mentre un collezionista si appassiona sempre alle collezioni degli altri, indipendentemente dal valore o dalla bellezza degli oggetti”.

Andrea Furlanetto: “Mi interessa il fenomeno sociale, non le partite”

Innamorato del calcio, ma quello di una volta: “E’ stato il mio principale interesse per un periodo della mia vita, soprattutto in quanto veicolo per conoscere diversi Paesi. Citando Simon Kuper, il giornalista inglese che ha scritto “Calcio e potere”, fino agli anni ’80 e ’90 si giocava un calcio diverso in ogni Paese, le squadre avevano caratteristiche diverse nel modo di stare in campo, oggi è tutto molto omologato.

Questo fatto, unitamente alla sovraesposizione mediatico-finanziaria del pallone, mi ha fatto perdere l’interesse per quello che succede sul rettangolo di gioco. Continua a interessarmi tutto il resto, la storia del calcio e – soprattutto – le storie del calcio, aneddoti, elementi sociali, culturali… Il collezionismo è una fatica di Sisifo. Impegno molto tempo a preservare oggetti e memorie, pur essendo consapevole del fatto che un giorno la mia vita finirà, e questi oggetti prima o poi diventeranno irrilevanti”. Una battaglia romantica.

Stefano Bisi

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