Terminato il suo vertice a Helsinki, in Finlandia, con i leader nordici, Joe Biden non ha risparmiato un avvertimento a Yevgeny Prigozhin. In conferenza stampa con il presidente finlandese Sauli Niinisto, il leader Usa ha messo in guardia il capo dei mercenari della Wagner da un possibile rischio di avvelenamento.
Deve stare attento a ciò che mangia.
Così Biden ha alluso alla possibilità che l’ex cuoco di Vladimir Putin possa essere tolto di mezzo, dopo aver orchestrato la rivolta del gruppo Wagner. Il riferimento del presidente Usa va ad una serie di oppositori dello zar che sarebbero stati avvelenati negli ultimi anni.
Tra loro spicca il nome dell’oppositore Alexei Navalny, al quale nel 2020 fu diagnosticato un avvelenamento con un potente agente nervino. Ma anche ex funzionari dell’intelligence, giornalisti e persino politici sarebbero rimasti coinvolti nelle oscure trame del Cremlino. Che, però, ha sempre respinto tutte le accuse.
Dopo l’avvertimento a Prigozhin, la bordata di Biden a Putin: “Ha già perso la guerra”
L’appuntamento con la stampa a Helsinki è stato un’occasione, per Biden, di ribadire “il forte partenariato Usa-Nord e l’intensificazione della cooperazione tra i Paesi”. Tra i temi sul tavolo del vertice con Paesi scandinavi e Islanda spiccano “sicurezza, ambiente, tecnologia e società”.
A proposito della guerra in Ucraina, i Paesi nordici hanno ribadito “la loro inequivocabile condanna della guerra di aggressione della Russia”. Riguardo quest’ultima, l’inquilino della Casa Bianca non ha risparmiato una stilettata nei confronti di Vladimir Putin.
Putin ha già perso la guerra.
Durante l’incontro, sottolinea Biden, Paesi scandinavi e Islanda “si sono impegnati a continuare il loro sostegno all’Ucraina per tutto il tempo necessario”. Attraverso “un’assistenza continua di sicurezza, economica, legale e umanitaria” e una solida “azione diplomatica”, lo scopo dei leader resta quello di “creare il più ampio sostegno internazionale possibile per una pace giusta e duratura in Ucraina, fondata sui principi della Carta delle Nazioni Unite“.