Il piano Asap prende forma. Il Parlamento europeo, infatti, ha approvato in via definitiva nuove misure per aumentare la produzione di munizioni e missili nell’Ue per far fronte all’attuale carenza. Un Atto a sostegno della produzione di munizioni che, tra le altre cose, andrà a rinvigorire il supporto – in termini di forniture – alla causa Ucraina. Concordato dai negoziatori di Parlamento e Consiglio la scorsa settimana, il piano è stato adottato con 505 voti favorevoli, 56 contrari e 21 astensioni. Tra le misure enucleate nel piano, c’è anche l’inserimento di un finanziamento di 500 milioni per far fronte all’attuale carenza di artiglieria difensiva.
PD (quasi) unito
L’attenzione italiana era tutta sul Partito Democratico dopo che l’ultima volta, su questo argomento, si era spaccato. Stavolta il gruppo è stato quasi perfetto. Quasi perché non è riuscito comunque a tenere dentro un paio di dissidenti tra cui Massimiliano Smeriglio che, su Facebook, spiega così le ragioni del suo ‘NO’:
In aula a Strasburgo ho votato no all’approvazione del regolamento ASAP perché continuo a pensare che sia sbagliato investire solo in armi e arsenali lasciati nelle mani dei singoli Stati nazionali senza far fare un passo in avanti alla difesa comune europea. Armi costruite con i soldi del PNRR togliendo risorse a servizi e opere pubbliche. Il gruppo socialista ha fatto un gran lavoro per far togliere i fondi di coesione da questo atto. Un fatto positivo, ma che non basta a cambiare di segno ad una norma sbagliata. Non servono arsenali nazionali, serve più Europa e serve un’Europa che sappia declinare il sostegno all’Ucraina facendo avanzare l’agenda di pace e la via del negoziato diplomatico.
M5s astenuto
Il Movimento 5 Stelle, che è notoriamente su posizioni contrarie all’invio di armi, ha deciso di astenersi. Le motivazioni di questa astensione vengono spiegate, in una nota, dall’Europarlamentare 5s Fabio Massimo Castaldo. Le sue parole:
Pur avendo ottenuto la cancellazione di tutte le deroghe al diritto del lavoro e l’importante esclusione dalle risorse utilizzabili dei fondi di coesione, è purtroppo rimasta la possibilità di utilizzare qualche parte del Pnrr per la produzione delle munizioni stesse.
Ho quindi deciso di astenermi dal voto finale unicamente perché ritengo che i fondi del Pnrr rappresentino un’opportunità imperdibile per la ripresa economica e l’ammodernamento del nostro Paese e penso vadano destinati a urgenze come la transizione ecologica e la messa in sicurezza del territorio.
E ancora:
le iniziative volte al rafforzamento della difesa europea e al supporto all’Ucraina debbano essere valutate in modo obiettivo, senza dogmi aprioristici. Resto infatti fedele alla posizione che personalmente ho sempre sostenuto fin dall’inizio di questa criminale invasione, senza ambiguità, ossia che in questo conflitto esiste un aggressore, la Russia o, meglio, il regime di Putin, e un aggredito, l’Ucraina, che ha il diritto di difendersi, come statuito dall’Art. 51 della Carta delle Nazioni Unite.
Castaldo ha poi rilanciato il leitmotiv pentastellato che è riassumibile in: no all’invio di armi, sì agli sforzi per una convergenza negoziale. Le sue parole:
l sostegno all’Ucraina non contrasta né con la necessità di pretendere una piena e totale supervisione parlamentare sulle forniture di armamenti da parte dei singoli Paesi né con l’essenzialità di impegnarsi per rilanciare gli sforzi verso una soluzione negoziale al conflitto in corso. Negoziazioni che però, per essere efficaci e concrete, si svolgono sempre lontano dai riflettori, così come pare sia di recente accaduto a Copenaghen.