Materie prime, Urso delinea un quadro preciso oggi, giovedì 13 luglio 2023, durante l’audizione in commissione Industria al Senato. Secondo il ministro delle Imprese e del Made in Italy ci troviamo in una situazione preoccupante e ora “siamo come nei famosi anni della corsa all’oro”. Adolfo Urso infatti riferisce che la maggior parte delle materie prime presenti in Italia e in Europa, in realtà, vengono dall’estero. E ciò non va bene.

Materie prime, Urso: “Gran parte arrivano dalla Cina”

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, parla dunque questa mattina e afferma che la maggior parte delle materie prime critiche in Italia viene importata da paesi esteri. Per questo motivo dunque c’è rischio elevato di approvvigionamento. Il discorso in questo caso però non riguarda le materie prime energetiche o agricole.

Il ragionamento Adolfo Urso durante l’audizione in commissione Industria al Senato inizia così:

Siamo come negli anni della corsa all’oro. C’è un rischio elevato di approvvigionamento delle materie prime critiche, cioè quelle non energetiche e non agricole. Molta parte di queste, ad esempio, arrivano dalla Cina.

Il ministro rileva poi che il problema non riguarda solamente in Italia ma anche l’Europa. Quest’ultima, secondo quanto afferma il politico, dipende quasi esclusivamente dalle importazioni. Per essere più chiaro, riporta un esempio:

L’Europa acquista il 97% dalla Cina, le terre rare pesanti sono raffinate esclusivamente in Cina, il 63% del cobalto mondiale è estratto in Congo e il 60% è raffinato in Cina. Dunque, i rischi a cui siamo esposti sono evidenti.

Il discorso del ministro Urso

Adolfo Urso prosegue sostenendo che il fabbisogno di materie prime critiche aumenterà sicuramente nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Ciò avverrà perché esse, riferisce il ministro, sono fondamentali per lo sviluppo e la diffusione delle nuove tecnologie che si vogliono usare per raggiungere la decarbonizzazione.

Il fabbisogno delle materie prime critiche è destinato ad aumentare i modo esponenziale, visto che sono coinvolte nello sviluppo e diffusione alle tecnologie necessarie per gli obiettivi di decarbonizzazione.

E ancora il titolare del Mimit:

La circolarità dei materiali e il rafforzamento dell’efficienza possono attenuare, in una certa misura, il previsto aumento della domanda ma non risolvere il problema. […] Noi siamo bravi a riciclare, ma la sostituzione e efficienza dei materiali possono attenuare domanda, possono attenuare il problema ma non risolvere.

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy fa dunque presente il problema e sostiene poi che le materie prime critiche sono sicuramente indispensabili. Ecco come prosegue il suo intervento di oggi, giovedì 13 luglio 2023:

Costituiscono fattori produttivi indispensabili per una vasta gamma di prodotti strategici come le rinnovabili, il digitale, il settore dello spazio e difesa, la sanità.

Il ministero, insieme a quello dell’Ambiente guidato da Pichetto Fratin, ha proceduto nei giorni scorsi a fare una mappatura delle materie critiche presenti in Italia e ha così verificato che il nostro Paese ne possiede 16 sulle 34 indicate dall’Unione Europea. Queste servono ad esempio per la produzione di pannelli solari.

Il problema però è che proprio queste, riferisce il ministro Adolfo Urso

Si trovano in miniere chiuse dalla crisi di 30 anni fa per l’impatto ma anche perché non c’erano margini di guadagno.

Italia, Francia e Germania si incontrano il 30 ottobre

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, sempre durante la sua audizione in commissione Industria al Senato di oggi, anticipa che il prossimo 30 ottobre a Roma si incontreranno Italia, Francia e Germania e parleranno, tra le altre cose, anche della crisi dell’approvvigionamento in Europa delle materie prime critiche. L’occasione sarà quella di un appuntamento sulla tecnologia digitale. In seguito poi ci sarà un incontro in Francia sulle tecnologie verdi, ma la data non è ancora stata resa nota.