Riforma pensioni: durante il corso della giornata di ieri, mercoledì 12 luglio 2023, si è tenuto un tavolo tecnico presso il Ministero del Lavoro tra il Governo, i sindacati e gli esperti dell’Osservatorio sulla spesa previdenziale.
La riunione è stata indetta per discutere dello stato attuale relativo alla riforma delle pensioni, con particolare attenzione per quanto riguarda i giovani e l’introduzione di una pensione di garanzia per coloro che hanno un’età inferiore a 40 anni.
Ciò nonostante, l’incontro non è andato a buon fine e non si è ancora sbloccato il nodo giovani, rimandando la questione a dopo il periodo estivo per poter adottare una strategia mirata che riesca a creare un modello ed una copertura previdenziale adeguati.
Senza indugiare ulteriormente, quindi, andiamo subito a vedere insieme quali sono stati i pareri che sono stati espressi da alcuni sindacati in seguito alla riunione con il Governo.
Riforma pensioni: bisogna attendere la fine dell’estate per avere i fondi necessari a sviluppare le varie misure. Le note di CGIL, CISL e UIL sul tavolo tecnico con il Governo
Dopo il tavolo tecnico dedicato ai giovani, che si è tenuto durante il corso della mattina di ieri, mercoledì 12 luglio 2023, la CGIL ha espresso della perplessità riguardo il futuro che si prospetta in merito alla riforma delle pensioni.
“Il confronto tecnico di oggi con al centro un tema per noi fondamentale, come quello dei giovani, non ha determinato assolutamente alcun passo avanti. L’incontro era con l’Osservatorio costituito dalla Ministra del Lavoro, ma come era già successo con gli appuntamenti precedenti, abbiamo nuovamente presentato le nostre proposte e non abbiamo avuto alcuna risposta, né tanto meno sappiamo quali strade il Governo vorrà percorrere”.
La CISL, invece, ha espresso un parere più fiducioso e maggiormente propositivo in merito all’incontro con il Governo. Il segretario confederale Ignazio Ganga ha ribadito che serve un assegno pensionistico che sia in grado di garantire una pensione ai giovani.
“Nella riunione del tavolo sulla previdenza tenutosi questa mattina presso il Ministero del lavoro, la Cisl nel valutare positivamente l’incontro che rimette in moto il confronto sulla materia , ha posto all’attenzione dei tecnici del Ministero coordinati dal segretario generale del dicastero Dott. Concetta Ferrari, i problemi dell’adeguatezza dell’assegno pensionistico che riguardano sia le pensioni future dei giovani, sia le pensioni in essere.
La Cisl ha ribadito i contenuti della proposta sulla pensione contributiva di garanzia indicata nella piattaforma unitaria sulla previdenza. La radice della previdenza deve rimanere il lavoro e quindi è importante tutelare il lavoro di qualità correttamente retribuito. Bisogna però anche essere realisti, la flessibilità del lavoro porta spesso discontinuità e basse retribuzioni.
E’ necessario ed urgente, quindi, che lo Stato si ponga il problema di chi avrà pensioni povere. La proposta è quindi una pensione che garantisca un importo minimo collegato con i contributi versati, con i periodi di lavoro di cura, con quelli di formazione e con lunghi periodi di disoccupazione. Bisogna valorizzare la proattività del lavoratore ma anche tutelarlo quando, nonostante l’impegno, ha avuto una carriera debole che si riflette sulla pensione. Allo stesso modo andranno scongiurati comportamenti elusivi e evasivi dei contributi previdenziali.”
Molto più forte, invece, il parere della UIL, con Proietti che definisce il tavolo tecnico “imbarazzante”.
“La riunione di oggi con i rappresentanti del Ministro del lavoro sulle future pensioni dei giovani è stata imbarazzante.
I rappresentanti del Ministero non avevano il mandato a dare risposte alle proposte di Uil Cisl e Cgil, già illustrate dai Segretari generali nei due incontri, a gennaio e giugno scorsi, con il ministro Calderone.”
Infine, in un comunicato congiunto, CGIL, CISL e UIL hanno proposto la c.d. pensione di garanzia, al fine di garantire un trattamento minimo previdenziale ai giovani.
“Occorre introdurre una pensione contributiva di garanzia inserendo elementi di solidarietà all’interno del sistema e agendo attraverso il mix tra anzianità ed età di uscita. Il che vuol dire che più crescono contribuzione ed età anagrafica, più aumenta l’assegno di garanzia, valorizzando tutti i periodi degni di tutela come il lavoro di cura, i periodi di disoccupazione, la formazione, le politiche attive, gli stage”.
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