Con due vittorie olimpiche negli 800 metri piani nel 2012 e 2016, e i tre trionfi mondiali, Caster Semenya é una delle atlete più vincenti di sempre. Ecco la sua storia, le sue vittorie e le battaglie fuori dal campo
Caster Semenya, una carriera di trionfi
Caster Sementa, nome completo Mokgadi Caster Semenya, nasce a Polokwane, capoluogo della provincia sudafricana del Limpopo, il 7 gennaio 1991. Dopo le prime esperienze nei Campionati del mondo juniores e ai Giochi giovanili del Commonwealth del 2008, è l’anno successivo che il suo nome si impone tra i grandi. Siamo ai Campionati africani juniores e la giovane porta a casa il doppio successo negli 800 e nei 1500 metri piani. Che sia il suo anno lo si capisce poco dopo a Berlino. Ai Campionati Mondiali fa registrare 1’55″45 negli 800 metri: è record nonchè la sua prima medaglia d’oro. Due anni dopo ai Mondiali coreani di Taegu del 2011 si conferma come la regina indiscussa degli 800 metri: con 1’56″35 porta a casa un altro oro. E da li in poi la sua carriera continua a crescere senza sosta, tanto che nel 2012, alla sua prima partecipazione nella competizione, è la portabandiera per il Sudafrica alle Olimpiadi di Londra. Qui, siglando 1’57″23 porta a casa un’altra medaglia d’oro sempre negli 800 metri. Tra le tante competizioni da lei dominate, tra cui non possiamo non citare l’ennesima medaglia strappate alle Olimpiadi di Rio de Janeiro, la Semenya si pone, oltre ai primati nazionali e internazionali, tra un record e l’altro, come due volte campionessa olimpica femminile degli 800 metri e tre volte campionessa mondiale degli 800 metri.
La vicenda testosterone e le ultime sentenze
Durante la prima vittoria ai campionati del mondo, inizia una vicenda che accompagnerà tutta la vita dell’atleta. La World Athletics le chiede un test per verificare il suo sesso. La motivazione è per accertare i suoi risultati atletici. Ma la questione viene riportata dalla stampa e la vicenda esplode.
“Quindi, secondo World Athletics e i suoi membri, sono un maschio quando si tratta di correre i 400, gli 800m, i 1500 e il miglio. Poi una femmina nei 100, 200 metri e negli eventi a lunga distanza. Che razza di scemenza è?” dirà a riguardo in una intervista.
Una delle possibilità che le si prospettano è quella di abbassare dei farmaci per abbassare i livelli di testosterone.
“Mi hanno fatto ammalare, mi hanno fatto ingrassare, avevo attacchi di panico, non sapevo se avrei avuto un infarto. È come pugnalarsi con un coltello ogni giorno. Ma non avevo scelta. Avevo 18 anni, volevo correre, volevo arrivare alle Olimpiadi, era l’unica opzione per me”.
Dopo varie modifiche ai regolamenti per il livello di testosterone che le avevano praticamente impossibilitato a continuare a gareggiare, in questi ore è arrivata una sentenza molto importante. Per la Corte europea per i diritti dell’uomo la Caster Semenya è stata discriminata. E’ un punto importante di una questione che va avanti da anni, uno degli argomenti più dibattuti negli ultimi anni nel mondo dell’atletica leggera. Ma per la diretta interessata è solo l’inizio. “La giustizia si è espressa ma questo è solo l’inizio. I miei diritti sono stati violati. Tutto ciò ha avuto un impatto forte e dannoso sulla mia carriera: mentalmente, emotivamente, fisicamente e finanziariamente”.
A seguito di quest’importante sviluppo, l’augurio è quello di tornare a parlare della velocista sudafricana solo in occasione di altro dei suoi traguardi sportivi.