L’anticipo del Tfr si può richiedere, eccezionalmente, prima della fine del rapporto di lavoro come, per esempio, per pagare le rate del mutuo della casa. Si tratta di uno dei diversi, ma non troppi casi, in cui i lavoratori dipendenti possono richiedere che gli venga anticipata una parte del Trattamento di fine rapporto.

Come funziona l’anticipo? Quanto si può chiedere di anticipo? Nel testo spiegheremo, innanzitutto, cos’è e come funziona la cosiddetta buona uscita, quando si può chiedere un anticipo e come funziona per il mutuo della casa.

Anticipo Tfr, come funziona per il mutuo casa

Il Trattamento di fine rapporto, chiamato anche buona uscita, è una somma di denaro che spetta ai lavoratori alla risoluzione del contratto e al momento di andare in pensione.

In alcune specifiche ed eccezionali circostanze è possibile richiedere l’anticipo del Tfr prima che il contratto di lavoro finisca. Naturalmente, per ottenere l’anticipo, i lavoratori devono rispettare una serie di condizioni e requisiti. Nelle eccezioni, rientra anche l’acquisto della prima casa per se stesso oppure per i propri figli.

L’anticipo spetta anche per far fronte al mutuo della casa? Fortunatamente, per il periodo in cui stiamo vivendo con l’impennata dei tassi, la risposta è affermativa: i dipendenti possono chiedere l’anticipo del Tfr anche per il mutuo della casa.

Per poter ottenere l’anticipo della buona uscita, i lavoratori dipendenti devono aver maturato almeno 8 anni di servizio svolto presso la stessa azienda. I lavoratori, comunque, durante la carriera lavorativa possono ottenere l’anticipo del Tfr solo una volta, per due motivazioni:

  • Per garantire all’azienda una stabilità-economico finanziaria;
  • Per tutelare il Tfr maturato.

Quali documenti presentare

Ci sono alcuni documenti che dovrà presentare, anche per dimostrare che l’anticipo richiesto verrà speso effettivamente per far fronte alle rate del mutuo. Quali sono i documenti in questione:

  • L’atto notarile di compravendita;
  • L’atto di accensione del mutuo;
  • Il piano di ammortamento;
  • La visura catastale dell’immobile.

Oltre alla suddetta documentazione, il lavoratore deve anche presentare una richiesta scritta da consegnare al datore di lavoro tramite raccomandata o Pec. Una volta ricevuta la richiesta, il datore di lavoro deve fornire un riscontro in forma scritta, sia in caso di esito positivo che di diniego.

Cosa accade se il lavoratore utilizza impropriamente l’anticipo? Qualora il dipendente utilizzi l’anticipo del Trattamento di fine rapporto per scopi diversi e, quindi, con intento fraudolento, dovrà restituire la somma al datore di lavoro.

In ogni caso, è bene ricordare, che il datore di lavoro può sempre effettuare le verifiche necessarie volte ad accertarsi che la somma sia utilizzata per le motivazioni per le quali è stata richiesta.

A quanto ammonta l’importo

Ci sono limiti ben precisi che bisogna rispettare, in relazione all’anticipo del Tfr. Come già detto, il lavoratore può ottenerlo solo una volta durante il rapporto di lavoro, sempre a condizione che siano presenti i requisiti e le condizioni previste dalla legge.

Tuttavia, pur in presenza dei requisiti, l’azienda potrebbe anche rifiutare la richiesta. Per quale motivo? Si possono accogliere le domande nel limite annuo del 10% degli aventi diritto e del 4% totale dei dipendenti.

Parlando dell’importo, l’anticipo, non può eccedere il 70% del trattamento che il lavoratore avrebbe avuto in caso di cessazione del rapporto di lavoro.

L’anticipo del Tfr sarà:

  • Esente da trattenute per i contributi Inps a carico del lavoratore;
  • Soggette a trattenuta fiscale a titolo di tassazione separata;
  • Non verranno considerate nel conteggio del reddito imponibile ai fini fiscali.

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