Il vertice Nato a Vilnius è giunto alla sua seconda giornata: protagonisti di oggi sono sicuramente il presidente americano Joe Biden e il premier ucraino Volodymyr Zelensky, partecipi alla prima riunione del Consiglio Nato per l’Ucraina.
Zelensky è stato accolto con l’applauso dei leader di tutti i Paesi membri dell’Alleanza Atlantica: sul tavolo della riunione c’è fin da subito l’ipotesi di un’entrata di Kiev nella Nato e il tema dell’appoggio militare allo Stato attualmente assediato dalla Russia.
Per quanto riguarda questo secondo punto, durante l’incontro piovono rassicurazioni e garanzie da parte dei Paesi del G7 e dal Presidente americano:
Ciascuno di noi lavorerà con l’Ucraina su impegni e accordi di sicurezza specifici, bilaterali e a lungo termine. L’obiettivo è garantire che Kiev possa difendersi oggi e scoraggiare l’aggressione russa in futuro attraverso la fornitura continua di equipaggiamento militare moderno, nei domini terrestre, aereo e marittimo, dando priorità alla difesa aerea, all’artiglieria e al fuoco a lungo raggio, ai veicoli blindati e ad altre capacità chiave, come l’aviazione da combattimento e promuovendo una maggiore interoperabilità con i partner euro-atlantici.
Recita il documento del G7 per l’Ucraina, rilanciato dall’ANSA.
Vertice Nato a Vilnius, Biden: “Accordo G7 garantisce il nostro impegno verso Kiev”
A parlare della solidarietà, espressa tramite l’invio di armi, all’Ucraina è anche Joe Biden. Per l’inquilino della Casa Bianca «la dichiarazione del G7 garantisce il nostro impegno per il futuro». Non solo: Biden sembra aprire senza mezzi termini ad un futuro ingresso di Kiev all’intento dell’Alleanza Atlantica: «Siamo tutti d’accordo che il futuro dell’Ucraina è nella Nato», ha commentato.
Biden anche parlato di «una dichiarazione potente» a sostengo dell’Ucraina, affermata negli scorsi mesi e ancora una volta ribadita nel summit di Vilnius:
Aiuteremo l’Ucraina a costruire nei cieli, in terra e in mare una difesa adeguata. Zelensky e io abbiamo parlato delle garanzie che possiamo stabilire nell’attesa e oggi i membri del G7 dichiarano che il nostro sostegno durerà a lungo nel futuro.
Sunak: “Garanzie del G7 non sono sufficienti”
Ma, al netto di tante belle parole di aiuto e solidarietà, ancora non si scorge nemmeno uno straccio di data che permetta di ipotizzare un po’ più concretamente l’entrata dell’Ucraina nella Nato. A Zelensky, ovviamente, non sfugge questa reticenza dei leader presenti al Summit e, pur esprimendo molte volte la sua gratitudine, cerca di riportare l’azione dell’Alleanza per quanto riguarda Kiev sulla strada della concretezza. Zelensky ha infatti definito «assurdo» il fatto che la Nato non abbia offerto l’adesione all’Ucraina.
D’accordo con il presidente ucraino è il premier britannico Rishi Sunak, che considera l’accordo con il G7 come un punto di partenza da cui «costruire altro il prima possibile».
D’altra parte, come ricorda il Consigliere di sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan, non si può rinunciare a mantenere i piedi ben saldi a terra: far entrare l’Ucraina nella Nato ora significa entrare in guerra con la Russia, ha commentato Sullivan alla Cnn, rimettendo a Biden il compito di spiegarlo anche a Zelensky.