Blitz a Caltanissetta contro il caporalato. Dall’inchiesta della squadra mobile nissena è emerso un quadro tragico: migranti a lavoro come ‘schiavi’ per neppure 4 euro l’ora. I più fortunati arrivavano a guadagnare poco più 4 euro. La polizia ha scoperchiato il vaso di pandora, da cui è uscito un mondo – per nulla nuovo – di sfruttamento.

Gli stranieri arrivavano a guadagnare 30 euro al giorno, pari cioè a 3,75 euro l’ora. Altri invece 4,40 euro per un totale di 35 euro. L’operazione ha portato poi all’emissione di un’ordinanza contro 8 persone, sei dei quali imprenditori del nisseno e dell’agrigentino, “sospesi” dall’esercizio imprenditoriale per un anno.

Caltanissetta, blitz contro il caporalato: il sistema

Gli stessi, poi, avrebbero versati una tariffa maggiore a chi era ritenuto essere il “caporale“. L’uomo aveva il compito di reclutare gli stranieri in nero, che spesso e volentieri avrebbe fatto anche la cresta sui pagamenti. Il “caporale”, agli arresti domiciliari, avrebbe obbligato i ‘lavoratori’ a comprare anche gli strumenti necessari.

Gli operai dovevano lavorare continuamente, senza nessuna giornata di riposto. La tipica giornata si svolgeva così: la mattina chi voleva lavorare andava in stazione, dove il “caporale” li attendeva e poi li faceva salire su un furgone modificato per il trasporto degli stranieri. Dall’inchiesta emerge come il sistema fosse ben collaudato. Molti dei lavoratori stranieri erano ospiti del Cara di Caltanissetta.