In conferenza stampa a Vilnius, Volodymyr Zelensky torna sull’adesione dell’Ucraina alla Nato. Il leader di Kiev è intervenuto insieme al segretario generale dell’Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg nel tanto atteso appuntamento con i giornalisti.

In questa seconda giornata del vertice Nato l’argomento principe è proprio l’adesione ucraina. In mattinata, al suo arrivo al Litexpo della capitale lituana, il presidente ucraino aveva ribadito le “tre priorità” nell’agenda di oggi, mercoledì 12 giugno.

La prima sono i nuovi pacchetti di armi per sostenere i nostri soldati, la seconda, credo, sia l’invito della Nato. Voglio parlare di tutte queste cose con i nostri alleati. Infine, le garanzie di sicurezza per l’Ucraina nel suo percorso verso la Nato.

Adesione dell’Ucraina alla Nato, Zelensky: “Dai colloqui di oggi capisco le condizioni necessarie”

Ad accogliere Zelensky al cospetto dei giornalisti, Stoltenberg ha sottolineato l'”onore” di avere il presidente ucraino a Vilnius.

Quando Putin ha invaso l’Ucraina ha sottostimato il coraggio del popolo ucraino e la determinazione della leadership ucraina, ma anche l’unità della Nato. Il summit di Vilnius marca l’inizio di una nuova relazione con l’Ucraina. L’Ucraina è vicina alla Nato come mai prima d’ora.

Una volta presa la parola, l’ospite d’eccezione ha dimostrato di comprendere le ragioni degli Alleati. Già nelle scorse settimane alcuni capi di governo avevano esternato le loro perplessità sull’accogliere un Paese nel bel mezzo di un conflitto.

Dai colloqui di oggi capisco che le condizioni necessarie per l’ingresso nella Nato saranno raggiunte quando ci sarà la pace in Ucraina. Capiamo che alcuni hanno paura di parlare di membership ora perché nessuno vuole una guerra mondiale ed è comprensibile. Ma abbiamo bisogno di avere segnali.

Quello di una tempestiva adesione di Kiev, secondo Zelensky, “sarebbe un fattore per motivare la società” ucraina, “e per me sarebbe stato importante, lo paragono allo status di candidato per l’Ue“. Un segnale “potente” da rivolgere soprattutto alla Russia, affinché Mosca possa vedere l’Ucraina come “uno Stato indipendente”.