Le sigarette elettroniche usa e getta costituiscono una minaccia per i giovani e per l’ambiente: l’avvertimento è di Altroconsumo in un’inchiesta sull’ultimo ritrovato del mondo dello svapo. L’organizzazione dei consumatori non prende in esame i rischi del dispositivo in generale, ma nello specifico di quelli di più recente commercializzazione.
Queste speciali e-cig sono utilizzabili fino all’esaurimento di liquido e batteria. Caratteristico è il loro design moderno e compatto: possono contenere liquidi aromatizzati, con o senza nicotina. Proprio la loro facilità di consumo, evidenzia Altroconsumo, le rende tanto attraenti quanto rischiose per i giovani.
In una nota, l’organizzazione annuncia di aver comunicato tutte le irregolarità relative a questi prodotti alle autorità competenti. Nel dettaglio, si tratta di Agenzia delle dogane e dei monopoli e dei ministeri della Salute, delle Imprese e del Made in Italy e dell’Ambiente.
I dettagli dell’indagine di Altroconsumo sulle sigarette elettroniche, tra autorizzazioni e norme ambientali
Nello studio, Altroconsumo ha preso in esame 15 sigarette elettroniche usa e getta: di varie marche, con e senza nicotina, per lo più prodotte in Cina. Ne sono emerse alcune criticità, a cominciare dalla mancata autorizzazione alla vendita sul territorio nazionale. Alcune di esse, poi, possedevano livelli di nicotina superiori ai limiti di legge.
Senza contare, inoltre, l’assoluta assenza nei controlli legati all’età di chi acquista e la mancanza di avvertenze sui danni per la salute. In alcuni casi, infine, le norme ambientali sui rifiuti Raee non vengono rispettate.
Ad allarmare sono anche i costi contenuti delle sigarette, in alcuni casi pari a meno di dieci euro. Costi che, ribadisce l’organizzazione, non fanno altro che aumentarne l’appetibilità per la gioventù, che spesso non ne conosce i risvolti negativi.
Nel mirino di Altroconsumo c’è anche l’impossibilità di calibrare la nicotina presente nei liquidi. Si tratta di un quantitativo standard, pari a circa il 2%, da mescolare insieme agli altri ingredienti del liquido. Questi ultimi sono la glicerina vegetale, il glicole propilenico e gli aromi. A differenza delle e-cig tradizionali, quelle ricaricabili, dunque, non c’è la possibilità di scegliere che percentuale di nicotina assumere.
L’indagine dell’organizzazione dei consumatori: solo 5 sigarette su 15 recavano il contrassegno obbligatorio dell’Adm
L’indagine prosegue sottolineando che solo cinque e-cig sulle 15 prese in esame recavano il contrassegno dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli (Adm). Si tratta di un bollino che legittima la circolazione delle sigarette elettroniche monouso in Italia. La vendita delle altre dieci e-cig senza contrassegno, dunque, non dovrebbe essere consentita nel nostro Paese.
Eppure, Altroconsumo è riuscita a comprarle online e a riceverle “senza alcun problema”. Non è stato neppure necessario caricare alcun documento d’identità sul sito per la verifica dell’età. Ciò implica che chiunque può acquistarle in qualsiasi momento, con costi decisamente alla portata di tutti.
Il contrassegno dell’Adm, fanno notare da Altroconsumo, non costituisce certo una garanzia della qualità del prodotto. Ciononostante si tratta di una tutela in più relativamente ai produttori, utile sia alle autorità che ai consumatori per chiarire la regolarità o meno del dispositivo.
Un’ultima questione spinosa emerge in relazione ai siti Internet su cui sono state acquistate le e-cig senza contrassegno. Questi ultimi non risultano registrati nella lista Adm dei soggetti autorizzati alla vendita. Pertanto, conclude la nota, non dovrebbero avere la facoltà di vendere e-cig.