C’è chi rimane deluso per il summit a Vilnius, c’è invece chi esulta. Tre righe hanno decantato il fato dell’Ucraina il cui destino non sarà – almeno a breve – nella Nato. Il segretario generale Stoltemberg ha gelato la richiesta di Kiev, provocando le ira del presidente Zelensky. Ma dopotutto Stoltemberg ha detto solo quello che tutti pensavano: non si può far entrare un paese in guerra nella Nato. I risultati, altrimenti, sarebbero catastrofici.
Ucraina, la Nato posticipa l’adesione di Kiev
Le ultime tre righe del paragrafo undici della dichiarazione conclusiva del vertice Nato suonano come una sentenza di morte per le ambizioni di Zelensky, ma che in realtà sposano la linea degli Usa.
“Saremo in grado di estendere un invito all’Ucraina ad aderire all’Alleanza quando gli alleati saranno d’accordo e le condizioni saranno soddisfatte”.
D’altro canto, le tre righe imbufaliscono il presidente ucraino, che parla di precedenti “assurdi” e mai visti primi.
“È senza precedenti e assurdo che non sia fissato il calendario né per l’invito né per l’adesione dell’Ucraina. Mentre allo stesso tempo viene aggiunta una formulazione vaga sulle ‘condizioni’ persino per l’invito. Sembra che non ci sia disponibilità né a invitare l’Ucraina alla Nato né a renderla membro dell’Alleanza. Ciò significa che viene lasciata una finestra di opportunità per negoziare l’adesione alla Nato nei colloqui con la Russia. E per la Russia, questo significa motivazione per continuare il suo terrore. L’incertezza è debolezza“.
Aveva criticato Zelensky ancor prima di arrivare a Vilnius. Il segretario generale, Jens Stoltenberg, ha però spiegato ai giornalisti presenti l’importanza dell’avvicinamento dell’Ucraina alla Nato e come siano cambiate le cose rispetto alla dichiarazione di Bucarest del 2008, quando la Nato aprì le sue porte – sulla carta – a Kiev.
“Oggi abbiamo rimosso il requisito del piano d’azione per l’adesione” e questo “trasforma un processo, che si è sempre basato su due passaggi, in un solo passaggio. Non è stata una decisione facile da prendere, sono lieto che gli alleati abbiano trovato l’accordo”, ha assicurato. “Una seconda differenza” rispetto al documento del 2008 “è che adesso abbiamo un programma su come sostenere e aiutare l’Ucraina ad avvicinarsi alla Nato.
Si tratta dell’interoperabilità” con le forze armate Nato, “ma anche del rafforzamento dei nostri legami politici”. Inoltre, ha aggiunto, “nel testo che abbiamo concordato oggi, si fa riferimento al fatto che i ministri degli Esteri valuteranno regolarmente i progressi” di avvicinamento di Kiev all’alleanza euroatlantica. “L’ultima differenza è che nel 2008 l’Ucraina era piuttosto lontana dalla Nato, ma quanto successo da allora l’ha già avvicinata molto”.
In sostanza, per Stoltemberg il processo è stato “velocizzato” e ha aggiunto – smentendo clamorosamente Zelensky – che “in un nessuno processo di adesione è stato mai stabilito un calendario, si tratta di un percorso per condizionalità”. E ha sottolineato, poi, come “tutti gli Alleati siano d’accordo che quando una guerra è in corso non è il momento per fare dell’Ucraina un membro a pieno titolo dell’Alleanza”.
Passa così la linea voluta fortemente dal presidente americano, Joe Biden, consapevole che l’entrata immediata dell’Ucraina nella Nato avrebbe trasportato tutta l’Alleanza atlantica in guerra contro la Russia. E gli scenari sarebbero diventati decisamente caldi, perché molto probabilmente la Cina non sarebbe rimasta a guarda.
Erdogan dice sì alla Svezia: il colloquio con Biden dura più un’ora
Il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, e il presidente Biden, sono stati a colloquio per un’ora e 15 minuti. L’incontro è arrivato dopo che Erdogan aveva dato l’assenso all’ingresso nella Nato della Svezia. Il via libera era stato annunciato dallo stesso Stoltemberg:
“Sono felice di annunciare che il presidente Erdogan ha concordato di concedere l’ingresso della Svezia nella Nato il prima possibile”
Biden ha ringraziato Erdogan per l’opera diplomatica condotta negli ultimi mesi e dichiarato che “da 5 anni è impaziente di mettersi al lavoro” con il leader turco. Parole cordiali ricambiate dallo stesso Erdogan prima dell’incontro.
“Considero questo incontro come il primo passo del meccanismo di cooperazione strategica su cui ci siamo messi d’accordo. Gli incontri precedenti con il presidente Joe Biden sono stati come dei giri di riscaldamento. Ora è il momento di aprire un nuovo capitolo”.
Ha detto Erdogan da Vilnius.