I termini per accedere alla rottamazione quater delle cartelle esattoriali sono terminati. Uno strumento molto importante per i tutti i contribuenti in debito per sanare la propria posizione con il Fisco.

Per pagare il debito in maniera agevolata è possibile optare per la rateizzazione o per pagare in un’unica rata. Chi sceglie di pagare a rate, deve sottostare al piano che prevede una tolleranza di solo 5 giorni dalla scadenza della rata. Trascorso questo termine interviene la decadenza della sanatoria. Pertanto, bisogna prestare molta cura e attenzione e rispettare le scadenze della rateizzazione per non incorrere in conseguenze spiacevoli.

Cosa accade se non si paga una rata della rottamazione quater? Cosa succede se si paga in ritardo?

Come funziona la rottamazione quater delle cartelle esattoriali

La rottamazione quater delle cartelle esattoriali è uno strumento che rientra nella pace fiscale, introdotta con il nome di definizione agevolata dalla Legge di Bilancio del 2023.

Si tratta di una grande opportunità per tutti coloro che intendono sanare i debiti con il Fisco. Nella definizione agevolata sono ammessi i debiti che sono stati affidati all’Agenzia delle entrate-Riscossione durante il periodo che va dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022.

I termini di presentazione delle domande di adesione, ormai, sono scaduti. Naturalmente, la sola adesione non è determinante al perfezionamento del debito, così come il pagamento di una sola delle rate. Per perfezionare la rottamazione è necessario aver versato tutte le somme dovute, senza saltare neppure una rata.

C’è solo un caso in cui l’adesione perfeziona la definizione e ciò avviene nel caso di rateazione già in corso per cui si chiede la rottamazione dei carichi residui e da cui risulta che con i pagamenti precedenti sia stato già versato l’occorrente per perfezionare la definizione stessa.

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Cosa succede se non si paga una rata

Bisogna stare molto attenti alle scadenze e non saltare il pagamento neppure di una rata. Se non si paga una rata oppure si paga con ritardo, gli effetti della rottamazione quater delle cartelle esattoriali decadono.

Ovviamente, l’importo già versato non andrà perso, ma concorre a sanare parzialmente il debito a titolo di acconto. Il debito non potrà essere oggetto di nuova rateazione da parte dell’agente della riscossione.

Il debitore, inoltre, non potrà neppure riprendere a versare le rate della precedente dilazione che, di fatto, è stata revocata per effetto del versamento della prima rata della definizione agevolata.

Cosa accade se non si paga una rata per le cartelle che non sono oggetto di precedente rateazione? In questo caso, tutti i pagamenti effettuati sono acquisiti a titolo di acconto e l’agente della riscossione prosegue l’attività di recupero del debito che non potrà più essere oggetto di altre rateazioni.

Tuttavia, in base al comma 4 dell’art. 6 del Decreto Legge n. 193/2016, restano rateizzabili tutti i debiti decaduti dalla definizione agevolata, ma solo nel caso di carichi che non erano stati rateizzati in precedenza. Ciò, comunque, solo a condizione che tra l’atto esecutivo e la presentazione della domanda siano trascorsi meno di 60 giorni.

Rottamazione quater senza compensazioni

L’Agenzia delle entrate, con la risposta all’interpello n. 372/2023, pubblicata il 7 luglio scorso, ha fornito alcuni chiarimenti molto importanti, circa il pagamento delle rate della rottamazione.

Il contribuente chiedeva se fosse possibile compensare gli importi, fino a 1500 euro, con i crediti commerciali non prescritti o pagare il debito con un credito iva in suo possesso di entità tale da porter saldare l’intero debito tramite compensazione.

La risposta è stata negativa per entrambi i quesiti: la rottamazione quater si paga in contanti e non sono ammesse compensazioni con altri crediti fiscali.

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