Chi è Mario Meneguzzi lo zio di Emanuela Orlandi che nelle ultime ore è tornato al centro della cronaca e che potrebbe portare ad una nuova ipotesi investigativa sulla sparizione della 15enne cittadina vaticana di cui si sono perse le tracce il 22 Giugno del 1983.

Il nome dello zio di Emanuela appare ora, dopo anni dalla sua scomparsa, in un carteggio consegnato dal promotore di Giustizia Vaticano Alessandro Diddi alla procura di Roma.

L’ipotesi relativa al coinvolgimento di Meneguzzi però non è una novità assoluta. L’uomo, ormai deceduto, era infatti già stato indagato in passato da parte degli investigatori che ormai da 40 anni cercano risposte al giallo irrisolto.

Gli investigatori dell’epoca concentrarono la loro attenzione sullo zio di Emanuela, ma la pista venne abbandonata quando Papa Giovanni Paolo II, parlando pubblicamente del sequestro dell’allora 15enne, fece riferimento prima a un caso di rapimento e poi in privato ad una vicenda di terrorismo internazionale.

Da quel momento, al centro degli accertamenti degli inquirenti italiani, sono finite tantissime altre ipotesi. Prima fra tutte quella del coinvolgimento nel caso della Banda della Magliana con il boss De Pedis in primo piano e poi, l’ipotesi di pedofilia che avrebbe portato Emanuela fino a Londra.

All’interno di alcuni documenti in mano ai magistrati, di cui ha dato notizia nella serata di ieri il Tg di La7, si fa riferimento a presunte molestie subite da Natalina Orlandi, sorella di Emanuela, proprio da parte dello zio Mario. Dopo queste rivelazione si apre dunque nuovamente l’ipotesi, al momento ancora priva di riscontri, che l’uomo potrebbe aver riservato lo stesso trattamento anche ad Emanuela.

Meneguzzi dal canto suo, ha sempre detto di trovarsi a Torano, in provincia di Rieti, il giorno in cui sparì nel nulla sua nipote.

Oggi, a distanza di anni, la pista “familiare” torna ad essere quella più probabile. Tutto questo tra le proteste indignate del fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, che ha detto:

“Ho capito che sono delle carogne. Hanno deciso di scaricare tutto sulla famiglia, senza vergogna, senza vergogna, mi fanno schifo”.

Chi è Mario Meneguzzi lo zio di Emanuela Orlandi che si occupò di gestire i rapporti con l’esterno

Mario Meneguzzi deceduto da diversi anni, oltre ad essere lo zio acquisito di Emanuela Orlandi era titolare di una caffetteria di Montecitorio.

Era padre di tre figli: Pietro, Giorgio e Monica ed era marito di Lucia Orlandi sorella di Ercole Orlandi, il padre di Emanuela.

Quando la ragazzina, protagonista di uno dei casi più torbidi e clamorosi nella storia italiana degli ultimi anni, sparì nell’estate del 1983, fu proprio lui a gestire i rapporti con l’esterno, con i giornali e con i presunti rapitori.

Era stato lui a intrattenere i rapporti con “Mario”, “Pierluigi” e l’“Americano”, gli interlocutori che telefonavano a casa Orlandi i giorni seguenti la sparizione.

Finse di essere il padre della ragazza. Sarebbe stato lui a nominare l’avvocato Gennaro Egidio. Era considerato molto vicino ai servizi segreti italiani, in particolare ad agenti del Sisde.

Poco dopo le indagini coinvolsero anche lui, infatti già dal fascicolo d’inchiesta originario risaltava lo stupore di chi indagava nel raffronto tra il volto di Mario Meneguzzi e l’identikit tracciato dal vigile e dal poliziotto che raccontarono di aver visto, la sera della scomparsa, un uomo che parlava con la 15enne appena uscita dalla scuola di musica.

Ora le accuse sono state rilanciate dalla Santa Sede da un carteggio del Settembre 1983 ritrovato in Vaticano in cui si leggeva che l’allora Segretario di Stato Agostino Casaroli aveva chiesto ad un sacerdote inviato in Colombia da Papa Wojtyla alcune informazioni sul caso.

Quel sacerdote era stato confessore degli Orlandi e confessore di Natalina, sorella maggiore di Emanuela. Il Segretario chiedeva una conferma sugli abusi sessuali subiti da quest’ultima da parte dello zio Mario.

“Sì, è vero, la risposta del sacerdote, Natalina è stata oggetto di attenzioni morbose da parte dello zio, me lo confidò terrorizzata. Le era stato intimato di tacere oppure avrebbe perso il lavoro alla Camera dei Deputati dove Meneguzzi la aveva fatta assumere qualche tempo prima”.

Oltre a questo però contro di lui non vi è alcuna prova.

Oggi la conferenza stampa del fratello di Emanuela Orlandi

La Procura capitolina guidata da Francesco Lo Voi si concentrerà anche sul motivo per il quale quell’episodio non venne valorizzato dalle prime indagini.

Nel frattempo il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, che non si è mai arreso sostiene che la pista sia vecchia e già battuta e dichiara:

“Sono arrabbiato, furioso. Hanno passato il limite come non mai. Non possono scaricare le responsabilità di tutto su una famiglia. Non pensano ai parenti, ai figli? No, questa carognata non può passare così. Nessuno ha chiamato né me, né mia sorella, né i figli di mio zio. La Procura di Roma non ci ha chiamato. Mi auguro che questa commissione parlamentare parta e svergogni chi oggi miserabilmente ci ha infangato. Di questa vicenda si era già occupata la magistratura italiana nei primi anni Ottanta senza arrivare ad alcun esito. Spero che queste non siano le uniche carte, che non sono affatto una novità, che la procura Vaticana ha inviato alla procura di Roma”.

La conferenza stampa della famiglia Orlandi è programmata per oggi pomeriggio alle 16:00. Si terrà presso la sede della Stampa Estera e sarà utile per fare chiarezza anche su questo nuovo segmento di indagine.