Non ci sarebbe alcun gesto volontario dietro l’incidente che a Santo Stefano di Cadore, nel Bellunese, ha provocato la morte di tre persone: secondo il capo della Procura che lavora al caso, Paolo Luca, Angelika Hutter potrebbe aver investito e ucciso i tre membri di una famiglia veneziana mentre era bordo di un’Audi A3 presa a noleggio a causa di uno scatto d’ira, perché non sarebbe in grado di contenersi. Negli scorsi giorni, la donna, una cittadina tedesca di 31 anni, è stata tratta in arresto con l’accusa di omicidio stradale plurimo e trasferita nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Venezia, dove è piantonata h24 per evitare che compia gesti estremi.
L’ipotesi dello scatto d’ira di Angelika Hutter dietro l’incidente di Santo Stefano di Cadore
L’ipotesi del gesto volontario appare consegnata all’astrazione perché supportata da pochi elementi oggettivi,
ha dichiarato, nel corso della conferenza stampa tenutasi presso la caserma del Comando provinciale dei Carabinieri di Belluno, il procuratore Paolo Luca, commentando il tragico incidente che a Santo Stefano di Cadore, nel Bellunese, ha strappato alla vita tre componenti di una famiglia veneziana: Mattia Antoniello, di due anni; il papà Marco, di 48; la nonna Maria Grazia, di 65. I fatti risalgono al 6 luglio scorso.
Stando a quanto ricostruito finora, Angelika Hutter, la donna tedesca fermata con l’accusa di omicidio stradale plurimo, avrebbe preso in pieno le vittime, facendole sbalzare per qualche decina di metro, dopo aver sbandato ed essere uscita fuori strada con l’Audi A3 che aveva preso a noleggio – e in cui, forse, dormiva e mangiava – per “fare un giro dell’Italia”. L’ipotesi avanzata nelle scorse ore è che potesse averli colpiti a causa di una lite avvenuta poco prima.
Per la Procura che si sta occupando del caso è più probabile, invece, che la donna
fosse in uno stato d’ira, che non sappiamo da cosa fosse stato causato, che possa aver alterato l’attenzione alla guida, rendendo possibile ciò che è accaduto.
Questo perché la Hutter non avrebbe “capacità di contenimento dell’ira”. Non sarebbe stata neanche distratta, quindi, dall’utilizzo del cellulare, come si era detto in un primo momento. Dall’arresto si trova nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Venezia dove, ascoltata dagli inquirenti, più volte ha ripetuto di trovarsi “in un baratro”. Per questo viene piantonata h24: si teme che possa compiere un gesto estremo.
Verso l’interrogatorio di garanzia per la 31enne
Tra qualche giorno sarà raggiunta dal gip per l’interrogatorio di garanzia.
Passano i giorni è in terapia farmacologica, sta prendendo coscienza di quello che è avvenuto, e entro cinque giorni dalla causa di impedimento dovrà essere interrogata dal gip. La speranza è che in quell’occasione possa riferire qualcosa di utile per accrescere il quadro che al momento presenta molti aspetti non chiari,
ha spiegato ancora il procuratore, specificando che, allo stato attuale, non è comunque possibile escludere alcuna pista. Stando a quanto ha riferito nel corso della conferenza stampa, due delle vittime sarebbero decedute sul colpo. È molto probabile, quindi, che l’auto viaggiasse ad altà velocità. Saranno i prossimi accertamenti a chiarirlo, così come gli eventuali filmati catturati dalle telecamere di sorveglianza installate nei pressi del luogo del sinistro.
Nella giornata di ieri, 10 luglio, a Cadore, intanto, è stato proclamato il lutto cittadino: le serrande dei locali sono rimaste abbassate e anche il consueto mercato si è tenuto in forma ridotta. Un segno di vicinanza e di rispetto nei confronti della famiglia toccata da questa terribile tragedia.