Il caldo è uno dei killer più letali per il genere umano: nell’estate 2022 l’Italia ha guadagnato il triste record di morti legati all’afa, superando tutti gli altri Paesi europei. Lo riporta il WWF, che in un recente report dimostra quanto ancora siamo impreparati a gestire le ondate di caldo a cui – nostro malgrado – sempre più di frequente siamo sottoposti.
Si stima che tra il 30 maggio e il 4 settembre 2022 l’Europa abbia dovuto contare ben 61.672 decessi legati alle alte temperature. A guidare questa triste classifica c’è proprio il Bel Paese, che, oltre ad essere meta scelta per le vacanze da molti europei in virtù delle bellezze naturalistiche e artistiche, è anche sempre più caldo: 18.010 sono morte l’anno scorso per il caldo afoso.
Seguono a ruota la Spagna (11.324 decessi) e la Germania (8.173). Anche la Grecia e il Portogallo si piegano davanti alle alte temperature, facendo risultare un tasso di mortalità per il caldo pari rispettivamente a 280 e 211 decessi per milione. Inoltre, i ricercatori hanno messo in luce come i malori legati al caldo siano più frequenti per la componente femminile: il report sottolinea come le morti dovute al termometro colpiscano le donne nel 63% in più dei casi rispetto agli uomini.
Caldo ingestibile, nel 2022 in Italia è record di morti: “Abbassare le emissioni finché siamo in tempo”
A partire dai dati messi a disposizione dall’Istituto di Barcellona per la salute globale (ISGlobal) in collaborazione con l’Istituto nazionale della salute francese (Inserm), WWF Italia mette in guardia sui rischi che anche quest’anno si presenteranno alle porte dei cittadini, specie dei più anziani, in concomitanza con l’innalzarsi delle temperature estive.
Il report di WWF dimostra quanto ancora l’Italia non sia attrezzata per gestire questo caldo torrido, soprattutto in termini di prevenzione. Nel 2003 un’ondata di caldo anomala ha fatto migliaia di vittime nel nostro Paese, allarmando le coscienze a proposito del surriscaldamento globale e della necessità di ridurre il prima possibile le emissioni umane.
Eppure, benché siano passati 20 anni, ancora troppo poco è stato fatto in questo senso, specie nelle grandi città, dove il calore dell’asfalto si somma a quello opprimente dello smog.
Carenti sono anche i piani di prevenzione per la gestione dell’emergenza caldo: se l’Italia e l’Europa proseguiranno su questa linea, avvisano gli esperti, l’Ue dovrà contare una media di 68.000 morti premature ogni estate entro il 2030 e oltre 94.000 entro il 2040.