Per molti decenni le quantità di emissioni inquinanti, immesse nell’atmosfera, sono state nettamente superiori alle quantità in grado di essere assorbite dalla flora continentale; generando gli effetti del cambiamento climatico.
Ciò ha prodotto un aumento graduale della temperatura media mondiale, con effetti meteorologici estremi tipici del cambiamento climatico.
Lunghi periodi di siccità, accompagnati da ondate estreme di calore, alternati a forti piogge torrenziali; sono solo alcuni fenomeni atmosferici che, con maggior frequenza e violenza, alterano gli equilibri climatici provocando seri danni.
Anche le vette montuose più elevate, come i ghiacciai, non sono state risparmiate dagli effetti dannosi; con un equilibrio climatico, che muta pericolosamente verso un punto di non ritorno.
Nei decenni passati, durante i lunghi mesi invernali, le precipitazioni nevose che interessavano le catene montuose contribuivano, con temperature relativamente basse in grado di ghiacciare gli strati di neve, a creare una naturale riserva di acqua vitale per i mesi estivi.
Con l’aumento della temperatura media globale, le precipitazioni nevose sono diventate fenomeni d’intensità sempre minore. Tanto che, in varie zone, l’emergenza idrica è una realtà con la quale si convive già nei primi mesi primaverili.
Molta pioggia e meno neve sulle montagne, l’effetto dei cambiamento climatico:
Anche per i paesaggi delle alte catene montuose, l’aumento della temperatura media globale, mostra i suoi effetti negativi.
Da un recente studio, pubblicato sulla rivista Nature, sono stai esaminati i dati che si riferiscono alle precipitazioni nevose e piovose dal 1950 ad aggi.
Il trend mostra come progressivamente, anche nelle catene montuose più elevate, la frequenza e l’intensità delle precipitazioni nevose siano diminuite. Cedendo il passo a forti rovesci di pioggia di maggiore intensità e frequenza rispetto al passato.
Attraverso i dati raccolti, ed elaborati, è stato possibile definire dei modelli climatici; attraverso i quali si può prevedere l’andamento climatico futuro.
I risultati mostrano una chiara tendenza, verso un ulteriore progressivo aumento della frequenza e dell’intensità delle precipitazioni piovose sulle vette montuose; a fronte dell’ulteriore diminuzione della frequenza e dell’intensità, delle precipitazioni nevose.
Dall’analisi dei dati è stato possibile definire una netta correlazione, tra l’aumento della temperatura media mondiale e la diminuzione delle precipitazioni nevose sulle vette montuose.
Permettendo di stabilire che, a ogni grado di aumento della temperatura media globale corrisponde un incremento, stimato del quindici percento, dei forti rovesci piovosi in montagna.
Emergenza idrica e temperature più elevate:
La forte diminuzione della frequenza e dell’intensità delle precipitazioni nevose, sulle vette montuose, non ha solo conseguenze paesaggistiche; ma rappresentano una vera e propria emergenza idro-geologica.
Le vette montuose, con le enormi quantità di neve ghiacciata che si è depositata durante i mesi invernali, rappresentano una vera e propria riserva naturale di acqua indispensabile nei lunghi mesi estivi.
Con inverni relativamente più miti, caratterizzati da precipitazioni nevose molto rare e a volte quasi del tutto assenti, è evidente come le sorgenti idriche, alimentate dallo scioglimento dei ghiacciai, vivono un perenne stato di emergenza.
Negli ultimi anni, con mesi invernali caratterizzati da temperature ben sopra le medie stagionali, a fronte della netta diminuzione delle precipitazioni nevose sulle catene montuose, già nei primi mesi primaverili in alcune zone è stata dichiarata l’emergenza idrica.
L’acqua, un elemento fondamentale per la vita:
L’importanza di poter avere risorse idriche sufficienti, per soddisfare i bisogni delle persone e necessarie per garantire idonei livelli d’irrigazione delle colture alimentari, è di fondamentale importanza.
Dagli effetti dei cambiamenti climatici, con inverni relativamente più miti e con meno precipitazioni nevose rispetto al passato, bisogna imparare a utilizzare l’acqua come un bene prezioso per la vita e non come una risorsa quasi infinita.
Attuare idonee strategie future per limitare l’inquinamento, limitando in questo modo gli effetti dannosi dei cambiamenti climatici, è senza dubbio un principio nobile per fondare le basi di un modello di vita sociale futura.
Ma altrettanto nobile e vantaggioso è sviluppare un modello di utilizzo delle risorse naturali basato sul rispetto e non sullo sfruttamento.
Gianni Truini