Il vertice di Vilnius si apre oggi in una città dove il clima appare un po’ surreale. Le bandiere ucraine ovunque, più numerose persino di quelle lituane e spesso affiancate a quelle della NATO, la dicono lunga sul sentimento popolare nei Paesi baltici rispetto alla guerra in Ucraina.
Nelle strade di un centro blindato da polizia e militari, anche in pieno giorno regna uno strano silenzio, quasi vi sia una sorta di coprifuoco permanente, non dichiarato ma percepito dalla gente che, pur numerosa, sta in silenzio. Del resto, qui siamo veramente vicini alla guerra. Anche se la Lituania non confina direttamente con la Russia, Vilnius dista poche decine di chilometri dal confine con la Bielorussia, vera succursale di Mosca, e meno di 200 dalla enclave russa di Kaliningrad.
I manifesti posti all’ingresso del forum della NATO, che inizia questa mattina, evidenziano con orgoglio che l’89% della popolazione lituana è favorevole alla Nato. Questo accade in tutti i paesi di più recente adesione all’Alleanza Atlantica e che si sentono da essa protetti, contrariamente a quanto accade nei paesi di più antica appartenenza, come il nostro, nei quali la NATO è spesso vista con sospetto, quando non con ostilità.
Vertice di Vilnius: un evento di portata storica per la NATO
Il vertice di Vilnius parte sotto buoni auspici, vista la decisione, annunciata ieri sera dal segretario generale Stoltenberg, da parte della Turchia di dare il via libera alla adesione della Svezia alla NATO.
L’abilissimo negoziatore Erdogan ha, per l’ennesima volta, ribaltato una decisione di veto che aveva tenuto ferma fino alle elezioni. Ha peraltro incassato l’impegno della Svezia a sostenere l’ingresso della Turchia nell’Unione Europea. Tutto questo dimostra, oltre alla indubbia abilità del Presidente turco, l’estrema importanza di un rapporto sinergico tra NATO e Unione Europea, sempre più prezioso è necessario con il crescere nel mondo delle minacce globali.
Tenere la Turchia vicina al mondo occidentale è un dato di estrema importanza. Abbiamo sempre utilizzato quel grande paese come cuscinetto verso i rischi che venivano da est e da sud est, ed esso continua a costituire un baluardo naturale per l’Europa. La sua fedeltà all’alleanza Atlantica, all’interno della quale ha le seconde Forze Armate, è del resto fuori discussione.
Bene dunque la decisione turca. Ora resta da vedere quale sarà la sostanza politica di questo vertice. Si tratta probabilmente del Summit a maggior valenza politica e diplomatica nella storia della Alleanza Atlantica. Infatti, i risultati si misureranno sul filo delle parole.
Fino a che punto vi sarà una reale apertura della NATO verso l’Ucraina? Questo è il quesito centrale al quale il vertice dovrà rispondere. Se ci saranno passi in avanti reali, sono personalmente convinto che questo significherà anche che il dialogo tra Stati Uniti e Cina sta procedendo. Sono sicuro che gli americani non rischierebbero un incidente con Pechino in questo momento, nel quale stanno tentando di attuare una politica di de-tensioning. L’attesa è spasmodica, questo potrebbe rivelarsi l’evento dell’anno se ne usciranno decisioni importanti, come probabile.
Il probabile pacchetto che uscirà dal vertice, come annunciato da Stoltenberg, comprenderà:
- Stabilire un Council tra NATO e Ucraina (ora c’è una Joint Commission, sarebbe un upgrade perché il Council è un organismo di consultazione permanente)
- Rimuovere la richiesta del MAP (Membership Action Plan) per l’Ucraina. Il MAP è la procedura ordinaria per l’adesione alla NATO. Toglierlo perché l’ Ucraina è già da molti anni in dialogo con la NATO costituisce un gesto unico nella storia dell’Alleanza e di grande forza.
- Raggiungere la completa interoperabilità tra le forze armate ucraine e la NATO.
Questo pacchetto è un segnale molto forte di sostegno all’Ucraina. Il documento ufficiale è ancora in fase di elaborazione, ma la decisione politica sarà questa.