Robert F. Kennedy Jr., nipote di John Fitzgerald Kennedy (presidente degli Stati Uniti) e figlio di Robert Kennedy, sta guadagnando sempre più spazio nei sondaggi politici statunitensi. La sua ascesa, secondo alcuni, più che essere un possibile rivale di Biden, rappresenta un ennesimo esempio di come le frange conservatrici della politica si approprino dei media per ottenere vantaggi (anche) politici.

Chi è Robert F. Kennedy Jr. e la sua carriera di complottista

Robert F. Kennedy Jr. è nato nel gennaio 1954 a Washington, ha conseguito una laurea in lettere all’Università di Harvard e poi una laurea in diritto all’Università della Virginia. Democratico come tutti gli uomini politici della sua famiglia, con il tempo si è sempre più distinto per essersi allontanato dalle politiche e idee liberali dei parenti: hanno suscitato scalpore le sue posizioni contro i vaccini, che per lui causerebbero autismo nei bambini.

Con lo scoppio della pandemia di Covid-19, le posizioni di Kennedy Jr. sono rimaste coerenti: i vaccini, secondo lui, sono un guadagno illecito che le grandi cause farmaceutiche otterrebbero sulla pelle dei cittadini, alcuni dei quali morti per effetti avversi che i media hanno nascosto. Kennedy Jr. ha avuto negli anni un discreto successo scrivendo libri su questo argomento e basta il titolo di “The Real Anthony Fauci: Bill Gates, Big Pharma, and the Global War on Democracy and Public Health” per capire gli obiettivi dei suoi attacchi.

Analogamente a quanto accade con altri “esperti” complottisti, non esiste alcuna conferma scientifica indipendente su questo argomento. Altro argomento preferito da Kennedy Jr. riguarda le elezioni del 2020: per lui è esistita una macchinazione ordita dal Deep State per togliere la presidenza a Donald Trump, il quale sarebbe il vero vincitore.

Persino le morti di suo padre (ucciso nel 1968) e di suo zio (assassinato a Dallas nel 1963), secondo Kennedy Jr., sarebbero una macchinazione della CIA che volevano colpire personaggi politici scomodi, come la guerra russo-ucraina è colpa della NATO e delle sue macchinazioni affaristico-militare.

Le sue idee gli hanno guadagnato il ban da Facebook, cosa prontamente sostituita dalla presenza su Twitter, piattaforma ormai stabilmente interessata alla frangia della right wing statunitense:

La corsa alla presidenza di Kennedy Jr.

Con Biden che si è già candidato alle prossime primarie democratiche, Kennedy Jr. ha annunciato nell’aprile 2023 di voler correre per le presidenziali statunitensi. Una notizia che ha colto di sorpresa più persone, considerato che questi non ha mai mostrato interesse per costruirsi una vera carriera politica autonoma. Tranne un finanziamento per la campagna di Hillary Clinton nel 2008, Kennedy Jr. ha sempre mostrato a quei pochi media il suo lato complottista.

L’annuncio di aprile ha generato molta attenzione mediatica, probabilmente inopportuna. Le primarie repubblicane e democratiche sono solitamente dominate anche da piccoli personaggi che non hanno possibilità concrete di vincere, ma possono spostare deputati e voti a favore dei big (come possono essere Biden e Trump). I media coprono la corsa alle presidenziali di Kennedy Jr. per diversi motivi: non solo perché proviene da una famiglia importante nella storia politica americana, ma anche per il forte stacco fra posizioni complottiste e immaginario liberale legato alla famiglia Kennedy.

L’interesse dei media nel coprire un evento politico piccolo come le prime fasi primarie cozza con lo spazio fornito a posizioni che rischiano di esacerbare ulteriormente gli animi. Il rischio, non coprendo l’attività politica di Kennedy Jr., è quella poi di essere accusati di essere partigiani di una determinata posizione politica.

Kennedy potrebbe aver passato la sua carriera come attivista ambientale e avvocato ai margini della politica, ma è ben consapevole dei guadagni nel lungo periodo che si possono ottenere con una campagna presidenziale: le candidature fallite hanno prodotto contratti per libri, ospitate televisive, podcast e possibili attività di lobbying.