Flat tax incrementale, è arrivata la versione definitiva della circolare dell’Agenzia delle entrate numero 18/E che descrive a chi si applica e come si calcola. Tra le novità spiegate dall’Agenzia delle entrate, innanzitutto c’è la non applicazione alle partite Iva a regime forfettario della flat tax incrementale, a meno che, quest’anno, non escano dal regime per aver superato il tetto dei 100mila euro di ricavi e di compensi. Rientrano nella misura fiscale anche le imprese familiari per il calcolo di incremento di reddito e di chi abbia iniziato l’attività a partire dal 1° gennaio 2022.
Il meccanismo di flat tax incrementale consente di calcolare la base imponibile sulla quale andrà applicato il 15 per cento di tassa fissa, purché vi sia stato un incremento di reddito del 2023 rispetto a uno dei tre anni precedenti partendo dal 2020. Il limite della flat tax è fissato in 40mila euro di incremento: oltre questo tetto non è possibile applicare un’imposta fissa sulla base imponibile. Sull’anno nel quale il contribuente abbia realizzato il maggior reddito nei precedenti tre, è applicata anche una franchigia del 5 per cento.
Flat tax incrementale: a chi si applica, sono escluse le partite Iva forfettarie
Arrivano i primi chiarimenti dell’Agenzia delle entrate su chi possa applicare la flat tax incrementale e come calcolarla al 15 per cento fisso. Tra i soggetti ai quali si applica la misura fiscale rientrano tutte le persone fisiche che facciano esercizio di un’attività di impresa o di lavoro autonomo. Non rientrano tra i soggetti beneficiari le partite Iva a regime forfettario che già beneficiano, sulla base imponibile, dell’imposta sostitutiva fissa del 15 per cento. Gli stessi autonomi forfettari potrebbero rientrare nella flat tax incrementale già dal 2023 se, a partire da quest’anno, il livello di ricavi e redditi fosse superiore a 100mila euro. La normativa prevede il passaggio diretto al regime di partita Iva ordinario senza dover attendere la fine dell’anno. Dovrebbero attendere la fine dell’anno prima del passaggio solo i forfettari con un livello di redditi e compensi superiori a 85mila euro ma inferiori a 100mila euro.
Tra i soggetti ammessi alla flat tax incrementale del 15 per cento anche gli imprenditori agricoli individuali per i redditi d’impresa prodotti; rientrano nella stessa disciplina anche le imprese familiari. Va, tuttavia, distinto per queste ultime imprese il caso dell’incremento di redditi rispetto ai tre anni precedenti: il calcolo va fatto prendendo a riferimento tutto il reddito dell’impresa nel 2023 (anche per le parti dei collaboratori e dei familiari); per il calcolo della tassa piatta, invece, si considera il solo reddito dell’imprenditore.
Flat tax incrementale: come si calcola fino ai 40.000 euro
Come si calcola la flat tax incrementale è stato spiegato dall’Agenzia delle entrate con un procedimento relativo alla differenza di redditi tra il 2023 e uno dei redditi dei tre anni precedenti, purché il risultato rientri nei 40mila euro che rappresentano il tetto massimo di applicazione del 15 per cento. Considerando una partita Iva che nel 2023 realizzi un reddito di 120mila euro (dopo i 100mila dello scorso anno, i 90mila del 2021 e gli 80mila del 2020), l’anno da prendere in considerazione per la comparazione è il 2022. Infatti, il contribuente avrà:
- una differenza di reddito tra il 2023 e l’anno maggiore del triennio precedente, ovvero il 2022, di 20mila euro;
- la franchigia del 5 per cento applicata sull’anno maggiore degli ultimi tre, pari a 5mila euro (100mila euro per il 5%);
- il reddito soggetto alla flat tax si determina dalla differenza di 20mila euro (redditi 2023 e 2022) e la franchigia (5mila euro), pari a 15mila euro;
- su questa differenza il contribuente dovrà calcolare la flat tax incrementale (15mila euro per il 15%), pari a 2.250 euro;
- sulla restante parte dei redditi 2023 (120mila euro meno 15mila euro, pari a 105mila euro), il contribuente dovrà applicare la tassazione ordinaria della partita Iva.
Come si calcola oltre i 40mila euro
Come si calcola la flat tax incrementale se la differenza è superiore ai 40mia euro che rappresentano il tetto massimo di applicazione del 15 per cento? Considerando la partita Iva che nel 2023 realizzi un reddito di 220mila euro (dopo i 100mila dello scorso anno, i 90mila del 2021 e gli 80mila del 2020), l’anno da prendere in considerazione per la comparazione è il 2022. Infatti, il contribuente avrà:
- una differenza di reddito tra il 2023 e l’anno maggiore del triennio precedente, ovvero il 2022, di 120mila euro;
- la franchigia del 5 per cento applicata sull’anno maggiore degli ultimi tre, pari a 5mila euro (100mila euro per il 5%);
- il reddito soggetto alla flat tax di 120mila euro (differenza 2023 e 2022) e la franchigia (5mila euro), pari a 115mila euro;
- essendo superiore al limite di 40mila euro, si prenderà in considerazione quest’ultimo valore;
- la flat tax incrementale del 15% si applicherà, dunque, su 40mila euro e sarà pari a 6.000 euro;
- sulla restante parte dei redditi 2023 (220mila euro meno 40mila euro, pari a 180mila euro), il contribuente dovrà applicare la tassazione ordinaria della partita Iva.