Altri problemi per Filippo Facci: nei giorni scorsi la Questura di Milano ha inviato al giornalista un provvedimento di “ammonimento” per stalking. Il provvedimento si è reso necessario a seguito delle dichiarazioni dell’ex moglie di Facci. Il giornalista ribatte che questo è un atto amministrativo oppugnabile.
Le accuse di stalking a Facci e cosa significa l’ammonimento della Questura
Il giornalista di Libero Filippo Facci ha ricevuto dalla Questura di Milano un ammonimento, cioè una comunicazione giudiziaria a tutela delle presunte vittime di stalking. Questa è stata recapitata a Facci nei giorni scorsi e serve essenzialmente a notificare al destinatario che la Questura sta indagando su alcuni fatti gravi venuti alla sua attenzione e che potrebbe essere convocato per fornire dettagli.
L’ex moglie si sentirebbe quindi vittima di stalking da parte del giornalista, il quale però afferma:
È un atto dovuto legato molto banalmente a delle mail che io e la mia ex moglie e madre dei miei figli ci siamo scambiati e che non le sono piaciute. È un atto amministrativo e impugnabile davanti al Tar il cui peso è talmente poco considerevole che non so nemmeno se lo impugneremo.
Facci ribalta la questione, affermando di aver denunciato lui la donna in questione per un alterco avvenuto in un luogo pubblico. Il giornalista si è separato dalla moglie nel 2019 ma ha sempre mantenuto un certo riserbo sulla sua vita privata. Qualche tempo fa aveva affermato che la separazione non era stata amichevole e che sperava di poter essere un buon padre (se l’ex moglie gli avesse permesso di esserlo).
Il giornalista quindi riduce la questione ad un normale atto amministrativo nato da alcune mail che lui e la sua ex moglie si sono scambiate e che avrebbero infastidita quest’ultima. In questi casi è possibile impugnare l’ammonimento al Tar, ma il giornalista non sembrerebbe intenzionato a farlo.
Le polemiche che hanno coinvolto Facci negli ultimi giorni
Negli ultimi giorni l’attenzione mediatica si è concentrata sul caso Santanché e sul presunto stupro che il figlio di Ignazio La Russa avrebbe compiuto ai danni di una ragazza conosciuta in discoteca. In un suo articolo per Libero, Facci ha usato parole di vittimizzazione secondaria contro questa ragazza, ricevendo forti critiche per il linguaggio inappropriato.
Il giornalista si dice convinto che molte delle critiche siano pretestuose e che considera remoto il rischio di perdere il programma televisivo che la Rai gli avrebbe affidato, I Facci vostri:
Io sono il pretesto per cannoneggiare il governo. Qualsiasi giornalista in questa fase si trova a vivere una specie di ricatto, l’ha scritto anche Michele Serra qualche giorno fa, sono un pretesto per battaglie molto più grandi di me, addirittura vengo messo assieme a Eugenia Roccella quando poi è una vita che le scrivo contro per le sue posizioni anti-abortiste.