Il colera è una malattia infettiva causata dal batterio Vibrio cholerae. La trasmissione avviene principalmente attraverso l’ingestione di acqua o cibo contaminati dal batterio.
Questa infezione porta a gravi complicanze se non viene trattata adeguatamente. Sebbene in Italia il rischio di diffusione del colera sia generalmente basso grazie ad adeguate misure di controllo e igiene, un ammalato in Sardegna di qualche giorno fa ha fatto innalzare l’allarme.
Come ci si ammala di colera?
Il colera è ritornato in Sardegna dopo 50 anni, con un anziano ricoverato all’Ospedale Santissima Trinità di Cagliari a causa dell’infezione.
Il paziente, ricoverato da cinque giorni, si sta riprendendo, ma non è noto dove abbia contratto l’infezione, nonostante non abbia fatto alcun viaggio all’estero. Le autorità sanitarie hanno avviato le attività di tracciamento per individuare eventuali fonti di contagio.
Si presume che il virus possa essere stato contratto dopo aver ingerito dei frutti di mare. Ma come ci si ammala di colera?
Il colera è diffuso principalmente in Asia, Africa e ad Haiti. Alcuni paesi nel mondo sono considerati endemici e possono verificarsi focolai dopo alcuni disastri naturali.
Le persone maggiormente colpite sono quelle che vivono in paesi poveri, con scarse risorse e bassi standard igienici, che non hanno accesso all’acqua pulita.
La trasmissione del virus avviene principalmente attraverso l’acqua potabile contaminata da feci, bevande e alimenti contaminati, in particolare frutti di mare crudi.
Il colera può contaminare il cibo e l’acqua in condizioni igieniche inadeguate, come la mancanza di accesso all’acqua pulita e l’igiene inadeguata dei rifiuti. La trasmissione diretta da persona a persona è meno comune.
Il periodo di incubazione può variare dalle poche ore fino a un massimo di cinque-dieci giorni.
Quali sono i sintomi del colera?
Il colera può avere un decorso benigno e uno più grave.
Decorso benigno: colpisce l’80% di tutti i pazienti; i sintomi sono crampi addominali e diarrea acquosa. La malattia dura da due a cinque giorni. L’infezione passa abbastanza in fretta.
Decorso grave: massiccia diarrea simile all’acqua di riso, vomito solitamente violento all’inizio. Ogni ora si perdono fino a mezzo litro di liquidi ed elettroliti a causa della diarrea.
La mancata sostituzione adeguata di questa quantità porta alla disidratazione (secchezza della pelle e delle mucose, bulbi oculari infossati, polso piatto, bassa pressione sanguigna, ipotermia) e infine shock e insufficienza renale.
Se non trattato adeguatamente e tempestivamente, il colera grave porta alla morte fino al 50% dei casi. Per diagnosticare il colera si fa un’anamnesi dei sintomi ed un’analisi delle feci.
Come si cura il colera?
Bisogna integrare i liquidi persi con la diarrea, con somministrazione di soluzioni per bere arricchite con minerali, soluzione per la reidratazione orale o terapia infusionale, antibiotici.
Per prevenire l’infezione ci vogliono adeguate misure igieniche. È disponibile anche un vaccino orale; questo è consigliato per i viaggiatori che si muovono nelle aree dove le condizioni igieniche sono scarse.
Protegge per circa due anni, ma non sostituisce le necessarie misure precauzionali per l’igiene degli alimenti e dell’acqua potabile!
C’è il rischio che il colera si diffonda?
Al momento non c’è alcun rischio perché il colera si diffonde in modo oro-fecale, ingerendo alimenti o acqua infetti dalle feci di soggetti malati.
L’infezione raramente si diffonde da persona a persona, ecco perché al momento non c’è assolutamente alcun rischio che il virus si diffonda nel nostro paese.