La salute delle università italiane è alquanto in affanno e lo racconta bene lo studio del Censis che come ogni anno ha stilato le classifiche delle Università italiane.
Classifiche Università, Bologna sempre in testa tra i mega atenei
Non è solo una questione di offerta didattica o di qualità ma la situazione del mondo universitario è in uno stato di altalenate salute, questo è stato anche l’anno delle proteste degli studenti per gli alloggi.
Se prendiamo i dati dei nuovi iscritti possiamo constatare una tendenza positiva con 7mila iscritti in più rispetto all’anno accademico precedente ma se analizziamo poi i dati del tasso di abbandono dopo il primo anno in saluta costante nell’ultimo decennio.
La classifica dividono gli atenei tra statali e non, oltre che una divisione per numero di iscritti. L’università di Bologna si conferma in testa alla classifica dei Mega atenei, primeggiano anche Pavia.
Tra gli istituti con più di 20mila iscritti, Trento, tra quelli con più di 10mila studenti, e Camerino, per gli atenei al di sotto delle 10mila presenze. Tra i privati, bene Bocconi, Luiss e Bolzano.
Buoni i dati per il centro sud, meno per il nord-est
L’aumento delle iscrizioni non è uguale su tutta la penisola, con grandi differenze tra il sud e il nord. Gli atenei del centro hanno avuto l’incremento maggiore con un +9,3% di immatricolazioni in più.
Seguono quelli del Nord Ovest (+1,6%), mentre i territori che soffrono maggiormente sono nel Nord Est, Sud e Isole, qui si registrano dati in discesa tra il -0,2% e il -2%.
Tanti abbandoni al primo anno di studi
Uno dei dati negativi che salta subito all’occhio ed è il vero allarme riguarda l’abbandono al primo anno di studi universitari: nel 2021-2022 il 7,3% delle matricole ha abbandonato prima di arrivare al secondo. Dato questo in crescita lieve ma continua da molto tempo.
Il Censis ha stilato una classifica anche tra gli atenei non statali, i nomi sono più o meno sempre gli stessi tre istituti privati che primeggiano: la Bocconi, la Luiss e l’università di Bolzano.
Le facoltà più richieste: su giuridico-economiche, giù umanistiche
Non cambiano invece le scelte degli studenti, come da molti anni a questa parte i corsi di laurea dell’area economica, giuridica e sociale, cono quelli più richiesti, cresciuti del 4,5% tra le matricole.
Seguiti dai corsi dell’area sanitaria e agro-veterinaria (+2,2%) e dalle discipline Stem (+1,1%). In calo invece, ed è una tendenza degli ultimi anni anche questa, le nuove iscrizioni per i corsi dell’area letteraria, artistica e educativa.