Un incontro tra Vladimir Putin e Evgeny Prigozhin al Cremlino, risalente allo scorso 1 luglio. Questa l’ultima ipotesi rilanciata dai media francesi, che citano fonti di intelligence occidentali. Il quotidiano transalpino Liberation ipotizza che l’ex capo dei mercenari della Wagner avrebbe parlato anche con altri fedelissimi dello zar.

A cominciare dal generale Viktor Zolotov, comandante della guardia nazionale Rosgvardia, oltre a Sergei Naryshkin, il capo dell’intelligence straniera russa.

Incontro Putin-Prigozhin al Cremlino, il capo dei mercenari avrebbe “negoziato il destino del suo impero”

Secondo il giornale francese, Prigozhin si sarebbe recato al Cremlino per “negoziare il destino del suo impero“. Sul tavolo potrebbe esserci stato anche il cospicuo bottino di proprietà del leader di Wagner.

Si parla di beni quali un elicottero, che l’ex cuoco di Putin teneva parcheggiato nel giardino della sua lussuosa casa, grandi quantità di dollari e rubli, lingotti d’oro, armi, passaporti falsi e travestimenti.

Bottino che, secondo le indiscrezioni, gli sarebbe stato restituito lo scorso 2 luglio. La dimensione esatta dell’attività di Prigozhin resta avvolta nel mistero, così come la sua posizione attuale. Qualche giorno fa il presidente bielorusso Alexander Lukashenko aveva smentito l’ipotesi che il latitante si trovasse nascosto a Minsk, come ipotizzato dalla stampa internazionale.

E’ a San Pietroburgo, potrebbe essere andato a Mosca stamattina, o altrove. Non si trova in Bielorussia.

Neppure gli Stati Uniti, almeno per il momento, possiedono alcuna informazione sul nascondiglio di Prigozhin. Lo ha riferito il portavoce della Casa Bianca Andrew Bates durante un briefing con i giornalisti.

A questo punto, se l’indiscrezione diffusa da Liberation dovesse rivelarsi corretta, l’ipotesi che va per la maggiore è che l’ex leader dei mercenari sia davvero ancora a Mosca. Prigozhin potrebbe essere rimasto lì dalla data del suo vertice con Putin e potrebbe trovarsi da qualche parte sotto mentite spoglie, magari con la complicità del presidente russo.