Non si placano le polemiche su Filippo Facci e le parole utilizzate in suo articolo, con cui ha descritto la ragazza vittima del presunto stupro commesso da Leonardo La Russa, terzogenito del presidente del Senato: e il suo programma in Rai appare ormai in bilico. Oggi 10 luglio la presidente della commissione di vigilanza Rai Barbara Floridia, in un post pubblicato su Facebook, ha dichiarato di aspettarsi dall’azienda una “presa di posizione rigorosa”. Intanto anche il giornalista è tornato sulla vicenda, ammettendo: “Non riscriverei ‘quella’ frase”.

Caso Facci-Rai, le parole di Barbara Floridia

La presidente della commissione di vigilanza Rai ha scritto in un post su Facebook:

Sulle parole del giornalista Filippo Facci e sulla presenza di una sua trasmissione nei palinsesti Rai della prossima stagione molto è stato detto e scritto nella giornata di ieri. Da presidente della commissione di vigilanza, pur nel rispetto del ruolo di ciascuno, credo che una considerazione vada fatta. Ci apprestiamo a lavorare sul nuovo contratto di servizio: sarebbe inutile, contraddittorio e soprattutto svilente parlare di inclusione, pari opportunità, lotta alla violenza di genere e al sessismo, se poi tutto questo possa anche solo correre il rischio di essere smentito nei fatti.

Floridia ha poi spiegato:

Il rispetto di determinati principi e valori è alla base della convivenza civile e del concetto stesso di servizio pubblico. Al netto dell’attenzione che la commissione di vigilanza dedicherà a questo caso, mi aspetto una presa di posizione seria e rigorosa da parte dell’azienda.

Filippo Facci: “Quella frase ha fatto malintendere un intero articolo”

Il giornalista ha voluto difendersi, sempre su Libero, dopo le polemiche scaturite dalla frase

una ragazza di 22 anni era indubbiamente fatta di cocaina prima di essere fatta anche da Leonardo Apache La Russa

utilizzate in suo articolo sul caso del figlio di Ignazio La Russa, accusato di violenza sessuale.

Riscriverei quella frase? No, perché conta un fatto solo: che la frase non ha portato niente di buono, ho fornito ingenuamente un pretesto a chi non cercava altro, e più in generale ho fatto malintendere un intero articolo. La professionalità innanzitutto, l’orgoglio personale poi.

Sulla possibilità di una sua trasmissione in Rai, il giornalista ha tenuto a precisare che si tratta, al momento, di una “proposta di collaborazione per ora neppure formalizzata”. Il progetto riguardava la conduzione di un programma su Rai Due su cui ora, come sottolinea Il Corriere, i vertici dell’azienda stanno discutendo dopo il polverone sollevato dal suo articolo.

Detto questo, la mia sconfitta professionale consiste tipicamente nell’illudersi che i più ti leggano per intero prima di esprimersi, che magari conoscano i tuoi trascorsi, addirittura i tuoi libri, che abbiano cognizione di causa prima di attribuirti odiosi reati: l’illusione, insomma, che non ti trasformeranno in carne da cannone per alimentare le polemiche politiche di cui ti ritrovi a essere lo strumento del giorno, da trascurabile – annota ancora – vittima secondaria

ha poi aggiunto.

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