Mike Tyson ha da poco festeggiato cinquantasette anni e nonostante l’età continuano a girare voci – anche – di un suo possibile ritorno sul ring. Scopriamo allora quando l’età non ha mai impedito ai pugili il ritorno sul ring

Ritorno sul ring per Tyson?

“Listen as Mike Tyson, the baddest man on the planet, pours his soul into conversations with fascinating minds, celebrities and athletes in a studio full of smoke. Kid Dynamite dives deep into the issues impacting us all today. This show will change the way you see the world.”

Questa la descrizione di “Hotboxin’ with Mike Tyson”, il podcast dove il diretto interessato si confronta con il microfono, ospiti e i suoi ascoltatori. Un podcast che ci permette di sapere sempre meglio cosa passa nella testa del “the baddest man on the planet”, sia dal punto di vista personale e privato, sia da quello professionale. E dopo averlo rivisto salire di nuovo ring non più giovanissimo, e conidividere idee di una lega fatta di incontri tra vecchie glorie (un’idea che ha in mente dal lontano 2006, da quando aveva da poco lasciato il ring), girano da un pò dei rumors su un suo nuovo – ed ovviamente attesissimo – ritorno sul quadrato della boxe. E dall’intensità dei suoi allenamenti, c’è chi pensa che un annuncio stia per arrivare. Per il momento ci si deve accontentare di quanto il diretto interessato ha dichiarato a TMZ Sports: ovvero la sua disponibilità, davanti la giusta cifra, di rimettere i guantoni per battersi contro Evander Holyfield o Roy Jones Jr.

La “seconda vita” puglistica di Tyson è sbocciata nel 2020, quando Mike Tyson e Roy Jones Jr. diedero vita ad un exhibition match, finito in pareggio, presso lo Staples Center di Los Angeles. E considerando le cifre e la copertura mediatica mossa dall’evento, possiamo dire che Iron Mike sia ancora sulla cresta dell’onda. Si, Mike non è più giovanissimo, ma uno sport come la boxe nella sua storia non si è risparmiato mai dei comeback clamorosi, spesso rubati dalla settima arte. E se tutti gli amanti sia dei guantoni, sia del cinema non possono non pensare a quanto Silvester Stallone non riesca a far smettere di boxare il suo Rocky, ma non dimentichiamo anche il film con Robert De Niro “Il grande match” (“Grudge Match”, del 2013 diretto da Peter Segal), c’è chi invece sullo schermo ha portato una storia vera. E’ il caso del bel fim “Cinderella Man” – pellicola del 2005 diretta da Ron Howard – dove un ispirato Russel Crowe riporta in scena le gesta di James J. Braddock, “costretto” a risalire sul ring dopo i trent’anni, in una America degli anni venti vessata dalla depressione economica, pronto a siglare la storica impresa della vittoria della cintura dei pesi massimi. Infatti, il 13 giugno 1935 al Madison Square Garden tolse il titolo di campione in carica al temibilissimo statunitense Max Baer.

Tutti alla corte di Big George

Ma come si suol dire, la realtà batte la finzione, stranger than fiction per dirla all’americana. E allora basta rievocare alcuni dei più grandi nomi della storia del pugilato. Il primo, quello di George Foreman. Uno dei più grandi miti della storia dello sport e del pugilato. La sua epopea si divise in due periodo, il primo dal 1969 al 1977, in cui ricordano gli scontri leggendari con Joe Frazier e il The Rumble in the Jungle con Muhammad Ali, il tutto coronato dal titolo di campione dei Pesi Massimi. Poi la sconfitta proprio contro Ali, il ritiro dalla scene e un periodo personale molto complicato. Fino al 1987. Rinvigorito dalla fede, Foreman annuncia, a dieci anni dall’ultima sfida, il ritorno sul quadrato, a trent’otto anni. Sarà però al suo quarantacinquesimo compleanno che Big George riconquistò il titolo mondiale nell’epico match del 1994 mandando a tappeto Michael Moorer. Si, molto meglio di un film, Rocky Balboa permettendo.