Una bambina di cinque anni fa capolino da uno degli ingressi dell’ex hotel Astor, l’edificio di via Marigliano occupato abusivamente da peruviani, ecuadoregni e romeni, a Firenze: è Kata e l’immagine che la ritrae, catturata da una telecamera di sorveglianza, è l’ultima che abbiamo di lei. Era il 10 giugno scorso. Dopo un mese, della bambina scomparsa non si hanno ancora notizie.

Io percepisco che Kata è ancora viva. Però ci sentiamo abbandonati,

ha dichiarato la madre, Katherine Alvarez, al Messaggero. Qualche giorno fa lei e suo marito, Miguel Angel Alvarez Chiclio Romeo, erano tornati a lanciare un appello ai presunti sequestratori della piccola, chiedendo loro di liberarla.

Kata, scomparsa a Firenze: il rapimento, la pista dell’estorsione e i nodi da sciogliere

Secondo gli inquirenti, la bambina potrebbe essere stata sequestrata a scopo di estorsione nell’ambito della lotta tra i gruppi rivali – di diversa nazionalità – che gestiscono il racket degli affitti dell’immobile occupato, dove Kata viveva insieme alla sua famiglia e dove è stata vista per l’ultima volta attorno alle 15.15 del 10 giugno scorso, mentre giocava in cortile con altri bambini. Rincasando dal lavoro, alle 15.45, la madre non l’aveva trovata. Dopo ore di ricerche, intorno alle 20 ne aveva denunciato la scomparsa ai carabinieri.

Da allora chi indaga lavora senza sosta. Eppure sono ancora molti gli interrogativi rimasti aperti. Innanzitutto, quello del movente. Nonostante in molti abbiano messo in luce i rapporti conflittuali maturati all’interno dello stabile (era stata la madre della piccola, per prima, a parlarne), c’è infatti chi ipotizza che Kata possa essere finita nelle mani di un pedofilo. Anche perché, per il momento, non sarebbe arrivata ai parenti alcuna richiesta di riscatto. Nei filmati delle oltre 1.500 videocamere di sorveglianza del Comune passate al setaccio di lei non ci sono tracce.

Come è uscita, quindi, dall’ex hotel? All’interno dell’edificio di sicuro non c’è. Più volte gli inquirenti, dopo averlo sgomberato, lo hanno perlustrato da cima a fondo, senza risultati. È possibile che i sequestratori di Kata l’abbiano portata via all’interno di un borsone? Se sì, potrebbe trattarsi dell’oggetto caricato nel furgone bianco inquadrato dalla telecamera della ditta edile situata in via Monteverdi, vicino all’edificio occupato? Per ora non ci sono certezze, neanche quella che la piccola sia ancora viva. A niente sono servite neanche le oltre 70 testimonianze raccolte in un mese.

La manifestazione organizzata a Firenze

Liberate Kata o almeno fatemi sapere se è ancora viva. Mi rivolgo a chiunque l’abbia rapita, anche solo per errore (una delle ipotesi è che sia stata presa al posto di un’altra persona, ndr): mandatemi un video, fatemi sentire la sua voce,

è l’appello lanciato dalla madre a un mese dalla sparizione della bambina. Per l’occasione la comunità peruviana ha organizzato, insieme all’associazione Penelope, che assiste i familiari delle persone scomparse, una manifestazione in piazza Dallapiccola, alle ore 21. La speranza è che, partecipando in tanti, si possa tenere alta l’attenzione sul caso.

Sento una grandissima indifferenza da parte di tutti – ha spiegato la madre di Kata al Messaggero -. Non so se dipende dal fatto che siamo stranieri. Nessuno si è avvicinato a me, a dirmi cosa fare. Nessuno di importante, nemmeno il sindaco. Ho solo l’aiuto del mio avvocato. Mi sono rivolta direttamente alla Meloni. Siccome è una persona molto importante, ed è anche una mamma, potrebbe condividere le foto, farle girare all’estero (dove si pensa che la bimba possa essere stata portata, ndr). Chiedo solo questo: un aiuto a cercare mia figlia.

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