Accadde oggi, 10 luglio 1976: ucciso il giudice Vittorio Occorsio. Il magistrato Vittorio Occorsio, nato a Roma il 9 aprile 1929, prima di essere assassinato aveva partecipato al processo per la strage di piazza Fontana e ai processi al movimento terroristico di ispirazione neofascista “Ordine Nuovo”. Occorsio fu vittima del terrorismo di estrema destra durante gli anni di piombo; lo uccise a Roma Pierluigi Concutelli. Il giudice Occorsio venne freddato a pochi metri da casa sua con 32 colpi di mitra, mentre si stava recando in ufficio con la sua Fiat 125 special. L’omicidio avvenne all’incrocio tra via Mogadiscio e via Giuba, nel quartiere Trieste (nella foto: l’auto del giudice e Vittorio Occorsio crivellato dai proiettili).

Accadde oggi, 10 luglio 1976: ucciso il giudice Vittorio Occorsio

Pochi giorni prima Vittorio Occorsio aveva interrogato Licio Gelli. Nonostante tutto gli avevano tolto la scorta e senza motivo. Prima di fuggire, gli assassini presero la borsa del giudice che conteneva: il fascicolo sui sequestri e, come rivelato dal giornalista Franco Scottoni, un documento che svelava l’acquisto da parte dell’Organizzazione mondiale per l’assistenza massonica (Ompam) di un edificio a Roma per otto milioni di dollari. Ovvero, una cifra pari al totale di quella pagata per i riscatti dei rapimenti per cui era stato arrestato Albert Bergamelli. Nell’auto di Occorsio venne rinvenuta la rivendicazione dell’agguato firmata da “Ordine Nuovo”.

Il movente dell’omicidio secondo i terroristi

Vittorio Occorsio in sintesi veniva accusato di “avere, per opportunismo carrieristico, servito la dittatura democratica perseguitando i militanti di Ordine Nuovo e le idee di cui essi erano portatori. Vittorio Occorsio aveva infatti, istruito due processi contro il MPON”. Questo omicidio, peraltro, vide la convergenza di numerosi terroristi di destra. Il mitra con cui è stato ucciso Occorsio, un Ingram M.A.C.M. 10 calibro 9 mm, un’arma di fabbricazione americana, proveniva dalla polizia spagnola; giunse nelle mani di Concutelli attraverso l’altro neofascista Stefano Delle Chiaie. Secondo molti, però, oltre alla vendetta dell’estrema destra, il delitto potrebbe avere origine anche dalle indagini del magistrato sui legami tra mafia e criminalità romana nella stagione dei sequestri. Non a caso, le intuizioni di Occorsio troveranno alcune conferme nelle attività di Michele Sindona come riciclatore di soldi di provenienza mafiosa.

Il processo per il delitto Occorsio

Per l’omicidio di Vittorio Occorsio, nell’ottobre 1976 furono indagati prima Danilo Abbruciati della Banda della Magliana, e poi Alvaro Pompili; anche lo stesso Licio Gelli venne sentito dai magistrati di Firenze e costretto a fornire una lista degli iscritti alla sua loggia. Il 16 marzo 1978, il giorno della strage di via Fani, furono condannati i neofascisti Pierluigi Concutelli e Gianfranco Ferro, come esecutori materiali. Assolti invece altri imputati quali mandanti; mandanti che non saranno mai individuati. Concutelli, condannato all’ergastolo, beneficerà dei domiciliari dal 2009 per gravi motivi di salute. E’ morto il 23 marzo scorso.