Non per caso è chiamato l’Eroe dei Due Mondi. Un libro del giornalista Federico Guiglia, “Garibaldi El Libertador”(Collana Parco Esposizioni Novegro, Milano, 2016) descrive un episodio che sembra una leggenda metropolitana ma è avvenuto davvero il 23 luglio del 1882 a Montevideo in Uruguay.
“Quel giorno – racconta – un corteo di cittadini memori, e alcuni di loro commossi, sfilò per le strade della capitale per dare l’ultimo saluto a un morto che non c’era. Garibaldi era scomparso nella sua Caprera, Italia, il 2 giugno precedente. Ma nessuno aveva dimenticato i sette anni che dal 1841 al 1848, cioè ben trentaquattro anni prima della manifestazione, quell’uomo avesse dedicato all’Uruguay, contribuendo a salvarne l’indipendenza a costo della vita”.
Sembra una leggenda, ma a Montevideo accadde davvero
A quel funerale senza il morto parteciparono tra le 15mila e le 25 mila persone in un Paese che contava poco più di mezzo milione di abitanti. “Basta la cronaca – scrive Guiglia – per capire quanta storia Garibaldi abbia lasciato in Uruguay. Dove fu proclamato un lutto nazionale di tre giorni alla notizia del decesso, dopo che il Parlamento s’era mosso in precedenza per dare una pensione al generale Garibaldi, perché s’era sparsa la voce che in Italia l’Eroe dei Due Mondi se la passasse male”.
A Montevideo all’inizio del Novecento è stato innalzato un monumento grazie a una sottoscrizione popolare. Guiglia è andato “sui campi un tempo di battaglia dove si guadagnò la fama e gli onori di invincibile, oltre che della persona retta: riconoscimento ancor più importante”. E’ andato nei luoghi cari all’Eroe per raccontare la leggenda di Garibaldi ma, dopo averla scritta, si è accorto che si trattava di storia vera. La storia vera dell’Eroe dei Due Mondi.
Stefano Bisi
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