L’incredibile storia di Paul Getty, che mezzo secolo fa fu rapito e mutilato dalla ‘ndrangheta. Con i soldi del riscatto, l’organizzazione criminale cambiò orizzonti e nacque una nuova fase.
Tante le ombre sul sequestro Getty, fino a quando non arriva un orecchio mozzato…
È notte fonda, il 10 luglio 1973, quando in Piazza Farnese, a Roma, viene rapito un ragazzo statunitense di 16 anni. Ha i capelli lunghi e tutta l’aria di essere un hippy. Il ragazzo si chiama John Paul Getty III, per tutti Paul, ed è nipote di “Sua Maestà Il Petrolio” Jean Paul Getty, allora semplicemente l’uomo più ricco del mondo. A bendarlo e portarlo fino a una cantina di Sicignano degli Alburni (Salerno), a chiedere un riscatto mostruoso da 17 milioni di dollari, è la ‘ndrangheta. La risposta del facoltoso nonno?
Ho 14 nipoti. Se pagassi anche un solo centesimo li rapirebbero tutti.
Cinico, nonno Getty, lo è eccome. Ma butta lì quella frase anche perché i dubbi sono tanti. Si pensa persino a una truffa. Alla redazione de “Il Messaggero” giungono però una ciocca di capelli ma soprattutto l’orecchio destro mozzato di Paul. Il quale tornerà libero soltanto 158 giorni dopo quel 10 luglio, il 15 dicembre, quando le forza dell’ordine troveranno questo ragazzo americano con una cicatrice all’altezza dell’orecchio destro e in cattivo stato di salute per le approssimative cure prestate dai suoi rapitori. Sono stati pagati 3 milioni di dollari (1,752 miliardi di lire): 2,2 (massima cifra deducibile dalle tasse) dal nonno, 800 mila dal padre del ragazzo. Ma sono soldi prestati sempre dal capostipite dei Getty, comodamente restituibili con gli interessi del 4% annuo.
Dei 17 milioni di dollari richiesti per il riscatto, i rapitori si “accontentarono” di 3. Una cifra con cui la ‘ndrangheta cambiò faccia ai suoi affari.
È trascorso mezzo secolo dal sequestro Getty, famiglia che ha dato alla storia mondiale imprenditori miliardari, rampolli chiacchieratissimi, una nota agenzia fotografica (fondata da Mark, fratello di Paul) e persino un attore e musicista (Baltazar, figlio di Paul). E quel 10 luglio è una data spartiacque nei disegni di una delle più feroci organizzazioni criminali del nostro Paese. Quei soldi servirono infatti a foraggiare la ‘ndrangheta su un altro fronte, quello degli appalti edilizi. Si aprì ufficialmente una nuova fase.
Per il rapimento Getty furono invece condannati giusto gli esecutori materiali. Paul, nel 1981, ebbe un ictus che lo paralizzò e lo rese quasi cieco. Morì nel 2011. Nonno Getty morì invece nel ’76, a 83 anni. Ne compì 81 proprio il 15 dicembre 1973, il giorno del rilascio di Paul, uno dei suoi 14 nipoti.
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