Gli scatti di anzianità sono un diritto del lavoratore che acquisisce per l’avanzamento di carriera in azienda: quando vengono pagati? Si tratta di aumenti di stipendio previsti dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro. Solitamente, scattano ogni 2 o 3 anni, ma sono variabili in base ai diversi settori.
L’anzianità, inoltre, non viene maturata solo quando il lavoratore presta effettivamente sevizio, ma anche quando si assenta dal posto di lavoro per malattia, ferie e così via.
Quando vengono pagati gli scatti di anzianità? Come funzionano? Spieghiamo dettagliatamente cosa sono, quando spettano e come funzionano. Infine, andiamo a vedere da quando vengono pagati.
Scatti di anzianità, cosa sono e da quando vengono pagati
Gli scatti di anzianità non sono altro che un aumento di stipendio che spetta ai lavoratori che lavorano, per un certo numero di anni, presso lo stesso datore di lavoro. Si tratta di un valido strumento che premia i lavoratori che rimangono nello stesso posto di lavoro per molto tempo. Sono vantaggiosi sia per i lavoratori, che dopo qualche anno ricevono uno stipendio più alto, sia per i datori di lavoro che hanno alle dipendenze lavoratori esperti che conoscono a fondo la propria realtà lavorativa.
Gli scatti di anzianità vengono riconosciuti automaticamente al lavoratore dipendente, una volta trascorso un determinato periodo di servizio presso lo stesso datore di lavoro. Come abbiamo detto prima, si tratta di una somma aggiuntiva allo stipendio base che viene maturata dall’anzianità lavorativa, oltre che al livello di competenza e all’esperienza acquisita dal dipendente.
Ma da quando vengono pagati? Abbiamo anticipato che, solitamente, vengono maturati dopo 2 o 3 anni di lavoro presso lo stesso datore di lavoro, ma sono variabili in base al settore lavorativo di riferimento.
In generale, possiamo dire che l’anzianità di servizio decorre dall’inizio dell’esecuzione del contratto di lavoro e fino alla sua cessazione. Per sapere con sicurezza da quando vengono pagati, è necessario fare riferimento al proprio contratto collettivo nazionale di lavoro di riferimento. La variazione, comunque, è presente nelle voci della busta paga.
Possono verificarsi anche casi in cui un lavoratore ottenga un passaggio ad un nuovo livello contrattuale. In questo caso, il CCNL potrebbe anche prevedere l’azzeramento degli scatti di anzianità maturati nel livello precedente e il conseguente ricalcolo di quello nuovo. Tuttavia, in altri casi, potrebbe anche prevedere la conferma nel nuovo livello degli scatti maturati nel livello lavorativo precedente.
Ecco quando si matura l’anzianità lavorativa
L’anzianità lavorativa non matura solo e unicamente quando il lavoratore è effettivamente presente sul posto di lavoro. L’anzianità matura anche in altre situazioni come la malattia oppure le ferie. In generale, infatti, si deve computare in presenza del lavoro effettivo svolto dal lavoratore comprese le pause e la sospensione del lavoro.
Pur in mancanza di lavoro effettivo, l’anzianità lavorativa decorre anche durante le assenze dal posto di lavoro per:
- Infortunio;
- Malattia;
- Congedi di maternità, paternità, parentale o matrimoniale;
- Permessi per malattia del bambino;
- Richiamo alle armi;
- Permessi per disabili;
- Aspettativa per cariche pubbliche.
Gli scatti di anzianità non hanno solo un peso in busta paga, ma anche sulle mensilità aggiuntive, sui premi aziendali e sul Trattamento di fine rapporto (Tfr). A questo punto, è opportuno parlare anche del valore economico, sottolineando che varia in base non solo al contratto, ma anche al livello di riferimento.
Ricordiamo, infine, che i lavoratori dipendenti che hanno maturato un’anzianità di lavoro di almeno sei mesi presso la stessa azienda e che, nello stesso tempo, hanno completato il periodo di prova (eventualmente previsto), possono chiedere che gli venga riconosciuta una forma di lavoro più stabile e sicura.