Luis Suarez Miramontes è morto questa mattina. La storica bandiera dell’Inter di Helenio Herrera si è spento all’età di 88 anni. Dotato di sopraffina intelligenza tattica e grande versatilità in campo, il regista della Grande Inter è stato tra gli assoluti protagonisti della prima grande epopea nerazzurra. Arrivò dal Barcellona per l’importante cifra di 300 milioni di lire, su indicazione del Mago Herrera. La leggenda del calcio spagnolo e vincitore del Pallone d’Oro nel 1960 ha giocato in Italia tra il 1961 e il 1973 tra con le maglia di Inter e Sampdoria. Gli anni in nerazzurro rappresentano i più importanti nella carriera da calciatore. Suarez totalizzerà 328 presenze e 54 reti. Con l’Inter, Luisito Suarez vince 3 Scudetti, 2 Coppe dei Campioni e 2 Coppe Intercontinentali. Lo scorso maggio, in occasione del compleanno dell’ex Barcellona, l’Inter scriveva di lui. “Un numero 10 sopraffino che ha incantato San Siro. Tecnica e giocate da fuoriclasse assoluto lo hanno reso tra i migliori della sua generazione, tanto da fargli vincere il Pallone d’Oro nel 1960”.
L’arrivo alla Grande Inter e la sua storia in campo
Storie che sanno di mito, quelle che caratterizzarono il passaggio di Luis Suarez dal Barcellona all’Inter. Fu fortemente voluto da Helenio Herrera, che riteneva lo spagnolo il centrocampista perfetto da piazzare davanti la cerniera difensiva della Grande Inter. Herrera convinse Angelo Moratti e l’Inter acquistò il calciatore per 300 milioni di lire, cifra record per il calciomercato dell’epoca. Il Barcellona utilizzerà quella cifra per ampliare e modernizzare il Camp Nou, mentre il club nerazzurro – nell’estate del 1961 – presenterà ai suoi tifosi l’ultimo Pallone d’Oro. In blaugrana, Suarez disputò 176 partite con 80 reti tra il 1954 e il 1961, vincendo due volte la Liga, due volta la Coppa Nazionale e due volte la Coppa delle Fiere, progenitrice della Coppa Uefa. Mentre con la Nazionale Luis conquisterà l’Europeo 1964.
Suarez morto, la causa e il messaggio dell’Inter
Luisito Suarez è morto all’età di 88 anni a causa di una breve malattia. Un genio del pallone, un protagonista assoluto del suo tempo. Lo spagnolo fu il numero 10 della Grande Inter che seppe dominare in Italia e in Europa. Celebre il ritornello che recitava il leggendario undici titolare: Sarti; Burgnich, Facchetti, Bedin, Guarneri, Picchi; Jair, Mazzola, Peiró, Suárez, Corso. Una squadra che resterà negli annali del calcio italiano e che ha saputo divertire e coinvolgere anche gli spettatori non di fede nerazzurra. Sui social, l’Inter ha prontamente inviato un messaggio di saluto a Luis Suarez, morto questa mattina in Spagna: “Il calciatore perfetto che, con il suo talento, ha ispirato generazioni. Un talento unico e un grandissimo interista. Il numero 10 della Grande Inter che portò i nostri colori sul tetto d’Italia, d’Europa, del Mondo. “Se non sapete cosa fare, date palla a Suarez”. Ciao Luisito”.
Da allenatore, Suarez è stato commissario tecnico dell’Under 21 spagnola, che trionfò nell’Europeo del 1986 ai rigori contro l’Italia. Nel 1990, guiderà la Nazionale maggiore delle furie rosse proprio ai Mondiali italiani, conclusi con l’eliminazione agli ottavi di finale. All’Inter, tre esperienze da tecnico di breve durata: nel 1974, nel 1992 e nel 1995, annate in cui non lascerà il segno. Entrerà anche nello staff dirigenziale dell’Inter per volere del Presidente Massimo Moratti: Alvaro Recoba e Ivan Zamorano sono due trattative su cui è posta la sua firma e il suo intuito.