La Cgil decide una mobilitazione per i giovani: “Gli investimenti del PNRR non bastano per i giovani in Italia“. L’ultimo rapporto annuale Istat certifica che gli indicatori di benessere dei giovani in Italia sono ai livelli più bassi d’Europa.

Il rapporto annuale dell’Istat sui giovani italiani

L’ultimo rapporto annuale dell’Istat, relativo al 2022, lancia l’allarme sui giovani italiani: ben 4 milioni di ragazzi e ragazze in Italia mostrano un segnale di privazione (cioè l’incapacità, ad esempio, di potersi comprare un telefono o l’incapacità di far un pasto adeguato almeno una volta ogni due giorni) e 1,7 milioni di persone sono definibili come “Neet“, cioè persone che non lavorano, non sono in un percorso di formazione e non studiano.

Le segretarie confederali della Cgil Lara Ghiglione e Maria Grazia Gabrielli a tal proposito affermano:

Gli investimenti legati al PNRR avrebbero dovuto determinare anche un netto miglioramento della condizione delle giovani e dei giovani del nostro Paese, ma non solo questo non sta avvenendo, come certifica il rapporto annuale dell’Istat, ma se non si cambia decisamente passo, ci sarà invece un peggioramento ulteriore.

Ghiglione e Gabrielli si dicono preoccupate che il governo, invece di offrire condizioni lavorative più stabili ai ragazzi e alle ragazze italiane, ha ulteriormente indebolito il mercato del lavoro riportando in vita i voucher nei contratti a tempo determinato.

Il rapporto Istat sui giovani e le disuguaglianze territoriali, la mobilitazione della Cgil

Le difficoltà economiche indicate nel rapporto annuale dell’Istat riguardano perlopiù ragazze residenti nel Mezzogiorno. Ciò porta le segretarie confederali a criticare fortemente il progetto di autonomia differenziata che parte del governo vorrebbe applicare in Italia:

Oltre 4 milioni di ragazzi hanno almeno un segnale di privazione, e 1,7 milioni non studia, non lavora e non è inserito in percorsi di formazione (i cosiddetti Neet), condizione che interessa maggiormente le ragazze e chi risiede nel Mezzogiorno. Un divario territoriale che rischia di aggravarsi a causa degli effetti prodotti dall’autonomia differenziata proposta dall’attuale Governo.

La necessità di trovare condizioni economiche e di vita migliori porta molti ragazze e ragazze a spostarsi dal sud Italia al nord o in paesi europei come la Germania, la Francia, la Danimarca e così via. Ciò acuisce le differenze fra sud e nord italiani, aggravando ulteriormente l’emorragia di energie giovani che alcune regioni hanno da tempo.

Martedì 11 luglio ci sarà un tavolo sulla previdenza organizzato dalla Cgil, a cui seguirà una mobilitazione del sindacato a favore dei giovani italiani. Verrà lanciata la proposta di una “pensione di garanzia“, cioè un sostegno economico a favore delle persone che hanno avuto contratti lavorativi discontinui. Secondo la Cgil, la scarsa attenzione che il governo mostra verso il lavoro giovanile aggrava ulteriormente lo scenario: a settembre, quindi, inizieranno le manifestazioni di piazza per portare la politica ad intervenire su questa questione.