Dalla visita in Turchia il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky porta a casa cinque prigionieri del battaglione Azov: una piccola vittoria contro Putin.
Il presidente turco Erdogan ha deciso di rompere un accordo con il presidente Putin rispetto alla prigionia di alcuni combattenti del battaglione Azov, rilasciando cinque prigionieri nelle mani di Zelnsky.
Cinque prigionieri del battaglione Azov per Zelensky
Tra i prigionieri di guerra liberati dalla Turchia e consegnati a Zelensky, tutti membri del battaglione Azov, c’è anche il comandante Prokopenko.
“Stiamo tornando a casa, portando i nostri eroi: i soldati ucraini Denys Prokopenko, Svyatoslav Palamar, Serhiy Volynsky, Oleh Khomenko, Denys Shlela”
L’annuncio è stato dato dal presidente ucraino sul canale Telegram usato per i comunicati ufficiali. Lo stesso Zelensky ha postato il video del suo incontro con i sei soldati davanti al volo che li riporterà a Kiev.
La promessa rotta da Erdogan nei confronti di Putin
A poco più di un mese dalla prossima visita in agosto di Putin in Turchia. Il presidente Erdogan ha deciso di rompere la promessa fatta quando furono consegnati i prigionieri catturati dai russi dopo la battaglia dell’Azovstal a Mariupol.
I russi infatti avevano rilasciato i prigionieri in mano turca a condizione che fossero rimasti in Turchia “fino alla fine della guerra”. Oltre che “sotto la protezione personale del presidente Erdogan”, come aveva allora spiegato Kiev.
Questione Nato: Erdogan apre all’Ucraina ma niente Svezia
Non c’è solo la questioni prigionieri liberati al centro della visita in Turchia di Zelensky, al centro dell’incontro il punto focale era la decisione di veto sull’ingresso della Svezia nella Nato.
Il presidente Erdogan è stato molto chiaro, fin quando la Svezia non rinnegherà la sua amicizia verso i curdi la Turchia si opporrà. Per Erdogan il paese scandinavo “appoggia il terrorismo” e nulla darebbe alla Nato.
I rapporti tra Turchia e Svezia non sono certo sereni e si sono acuiti nelle ultime settimane dopo la manifestazione concessa a Stoccolma dove un uomo ha dato fuoco ad una copia del Corano.
La risposta del Cremlino
Non tarda ad arrivare la risposta del governo russo, dal Cremlino fanno sapere che questo accordo sui prigionieri tra Ucraina e Turchia “è una violazione delle condizioni di accordi vigenti”, sia da parte di Kiev che di Ankara.
Lo stesso portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha specificato come: “La Russia non è stata informata del trasferimento dei comandanti dell’Azov dalla Turchia”.