Pino Insegno torna in Rai e lo fa come vincitore assoluto della stagione del telemercato. Lo fa sicuramente spinto dai famosi giochi di palazzo quando cambia tutto nel servizio pubblico che viene indirizzato dalla compagine governativa, ma lo fa anche per meriti artistici che rivendica fortemente sul red carpet di Napoli. Sarà una stagione lunghissima per lui, che partirà a settembre su Rai 2 per poi virare a gennaio su Rai 1 con il tanto discusso arrivo a L’Eredità. Noi di TAG24 ne abbiamo parlato con lui in una video intervista.
Pino Insegno torna in Rai con Il Mercante in Fiera, la video intervista a Napoli
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Pino Insegno presenta con gioia il ritorno de Il Mercante in Fiera: “Il format è perfetto perché ha avuto già successo e si propone come alternativa a TG1 e TG5, che resteranno programmi forti. Potremmo fidelizzare i giovani in un modo mai fatto prima sulla rete. Non ci aspettiamo di vincere il campionato, ma sicuramente un discreto successo. I tempi sono cambiati, ma non è cambiata la gente che guarda la tv. I ragazzi possono anche vederlo sul telefonino. I tifosi vengono allo stadio per una bella partita, non c’è digitale che tenga”, mentre sulle novità che vedremo rispetto alla vecchia edizione di Italia 1 ci regala alcune anticipazioni “Di diverso c’è che ho qualche anno in più, ma dovreste dire che non è così (ride ndr). Sono un bambino che affronta le cose con leggerezza, mai con superficialità. Il gioco sarà quello ma con una nuova gatta nera, ma anche carte diverse come magari l’influencer e rapper”.
La questione de L’Eredità e la difesa di 40 anni di carriera
“L’Eredità? Quando morirà qualcuno di famiglia, papà a 90 anni spero resterà ancora tanto”, sono state le parole di risposta a TAG24 quando gli accenniamo delle polemiche per il suo sbarco al posto di Flavio Insinna cancellato dai programmi del servizio pubblico. Il conduttore poi rivendica quanto fatto di buono e il curriculum per il posto assegnatogli: “Ho 40 anni di carriera in televisione, debuttai nel 1983 con Garinei nell’Allegra Brigata il sabato sera a Rai 1. Per tre anni facemmo quello, poi 1500 puntate di Premiata Ditta. Ho fatto a Napoli 500 puntate di Reazione a Catena, i record con Lo Zecchino D’Oro. I numeri che faccio parlano da soli, la gente ti vuole bene se fai cose fatte bene”.
In molti hanno scritto che il suo arrivo in Rai è legato all’amicizia con Giorgia Meloni, ma pur senza nominarla Pino Insegno risponde in modo netto: “Non è che la gente viene a teatro se è amica del padrone. Ho dovuto faticare anche a convincere le persone che ero un bravo doppiatore perché ero un comico, per cui dovetti lavorare sotto il nome di Mario Persichetti. Anche quando iniziai a condurre i quiz all’inizio è stato diverso, mi dicevano che interpretavo il conduttore e ho dovuto imparare. Sono abituato a cominciare da capo e sdoganare”.
La chiosa è dunque sulle critiche e le polemiche, con la richiesta di dargli quantomeno il beneficio di guardare prima la messa in onda: “Seguo le critiche quando sono positive e mi fanno crescere, aspetto che mi dicano il perché non gli piace. Vale solo questo, non ci sono polemiche. C’è la mia vita, la mia faccia, non c’è problema di aver letto certe cose. Vivo come se fosse la prima volta. So quello che ho fatto e non so che farò, spero di andare bene come ho sempre fatto e continuare a doppiare il prossimo film”.