Arrestato in provincia di Cosenza un uomo di 50 anni con l’accusa di ripetute violenze su moglie e figlia.

La terribile vicenda è accaduta nel comune calabrese di Paola. Secondo quanto riferito alle autorità dalla moglie, le minacce e i soprusi fisici e sessuali andavano avanti da tantissimi anni. Alla fine la donna ha trovato il coraggio per denunciare il marito per i suoi orribili comportamenti.

Lo scorso 21 Giugno è fuggita da casa e si è recata a Pozzuoli in Campania. Qui, forse rassicurata dalla protezione di altri famigliari, ha deciso di denunciare i fatti alle autorità.

La donna si è rivolta così ai Carabinieri e ha raccontato tutte le violenze subite nel corso degli ultimi 10 anni.

Le forze dell’ordine hanno subito iniziato a raccogliere prove per la condotta dell’uomo.

In poco tempo hanno capito che le accuse erano fondate. La Procura di Cosenza ha quindi ordinato l’arresto per il soggetto. 

Cosenza violenze su moglie e figlia: percosse nei confronti dei figli se non ubbidivano

La donna ha affermato infatti che per anni il marito aveva atteggiamenti vessatori nei suoi confronti. La donna era costretta a subire continuamente violenze fisiche. Un clima intimidatorio che ha devastato psicologicamente l’intera famiglia. Il marito a più riprese sarebbe giunto a minacciare di ucciderla o istigarne il suicidio.

Durante uno degli ultimi litigi della coppia, la donna ormai esasperata dall’atteggiamento brutale del marito avrebbe minacciato di porre fine alla sua vita. In tutta risposta il 50enne le avrebbe risposto cinicamente di eseguire il gesto da un’altra parte altrimenti avrebbe rovinato il pavimento dell’abitazione. La moglie ha denunciato che le violenze erano anche di natura sessuale e che ne sarebbe stata vittima anche la figlia della donna, oggi 15enne. Dal racconto emerge che il marito avesse abusato della figliastra fin dall’età di 10 anni.

Oggetto di minacce e soprusi anche gli altri quattro figli maschi della coppia. Due di essi, come la ragazzina 15enne, sono nati da una precedente relazione della madre. I giovani, rispettivamente di 23, 15, 8 e 7 anni, venivano percossi se non rispettavano i dettami del genitore.

Nello specifico i rimproveri avvenivano in relazione alla gestione del gregge di proprietà della famiglia. Il 50enne sarebbe arrivato a colpire con bastonate o addirittura con delle pietre i suoi figli per non aver fatto sufficiente attenzione al bestiame. Non venivano risparmiati nemmeno gli animali dalla sua condotta estremamente violenta. L’uomo, per puro sadismo o per incutere ancor più timore ai figli, avrebbe ucciso cani in maniera molto cruda.

Secondo le testimonianze, il soggetto è sospettato di maltrattamenti e di soppressione di questi cani attraverso colpi di fucile o ancora peggio tramite impiccagione.

Inconfutabili le prove a suo carico

I Carabinieri hanno acquisito anche foto e video a conferma di quanto denunciato verbalmente. Nello specifico sarebbero stati i figli più grandi a riprendere le violenze subite durante la gestione del bestiame.

Prove inequivocabili della sua terribile condotta perpetrata per anni. I comportamenti violenti di ogni genere avrebbero così generato un clima invivibile in quella famiglia.

Appurata la fondatezza di queste orribili azioni, il giudice per le indagini preliminari, Rosamaria Mesiti, ha formulato alla Procura della Repubblica le accuse per maltrattamenti e violenza sessuale aggravata ai danni della figlia adottiva minorenne, violenza sessuale sulla moglie e di detenzione illegale di fucile e pistola.

Per questo motivo l’uomo è stato arrestato e trasferito in carcere in attesa del processo penale per stabilire la sua condanna.

Qualche mese fa un episodio simile si era registrato nella provincia di Modena. Un 60enne originario del Marocco era stato arrestato con l’accusa di reiterate violenze sessuali nei confronti della moglie. Dopo anni di vessazioni fisiche e psicologiche, la donna aveva approfittato della partenza del marito per il Marocco per denunciare i fatti alle autorità. L’uomo costringeva la moglie a non uscire di casa e imponeva rigide regole di comportamento e abbigliamento alle figlie.

La donna ha poi ammesso di essere stata violentata mentre era già incinta della prima figlia.Le indagini avevano confermato ognuna delle azioni denunciate e il processo penale a carico del 60enne ha recentemente portato alla condanna in primo grado a 10 anni di reclusione.