Riforma pensioni: dal 1° gennaio 2024 cambieranno le regole per l’uscita anticipata? Al momento, gli interventi sono stati rimandati a settembre. Tuttavia, le ripercussioni sulle pensioni sono legate allo stress dell’attività lavorativa e alle conseguenze della mancata possibilità di scegliere un’uscita anticipata. Le ultime indiscrezioni portano alla piena imposizione delle regole della legge Fornero, senza possibilità di alcuna “opzione”.
Sono tante, forse troppe, le responsabilità che ne derivano: non si può non considerare l’istituzione di nuove iniziative per intervenire concretamente ed efficacemente al fine di salvaguardare il diritto di scelta anticipata dei lavoratori.
D’altra parte, non si può nascondere che lo stress da lavoro è già fonte di preoccupazione su scala mondiale. Questa condizione, unitamente all’assenza di certezze future previdenziali, impatta fortemente sull’efficienza del sistema produttivo italiano.
Uno degli effetti delle riforme pensionistiche istituite nell’ultimo ventennio è stato quello di rafforzare lo strumento dell‘esodo per i lavoratori che non hanno perfezionato i requisiti pensionistici.
A differenza delle altre misure, si auspica che i prossimi interventi messi in campo dal governo italiano rispecchino le esigenze dei lavoratori. Analizziamo nel dettaglio i principali riflessi sulla flessibilità in uscita di Quota 41, Ape sociale e Opzione donna.
Riforma pensioni: dal 1° gennaio 2024 cambieranno le regole per l’uscita anticipata?
Non è possibile spacciare gli obiettivi previdenziali del centrodestra per un errore di dicitura, lasciando molti lavoratori a fare i conti con il “pasticcio” delle regole previdenziali imposte dalla legge Fornero.
Che fine hanno fatto le promesse del centrodestra espresse in campagna elettorale? La maggioranza politica avrebbe dovuto rivedere completamente le regole imposte dalla riforma Fornero, ovvero mettere nero su bianco nuove disposizioni normative previdenziali tenendo conto della necessità di introdurre una maggiore flessibilità d’uscita, ma soprattutto di salvaguardare il potere di acquisto dei pensionati, aumentando le pensioni minime a 1.000 euro, come promesso da Forza Italia.
Attualmente, nel Documento di economia e finanza (Def), non vi sono risorse da destinare a interventi sul fronte previdenziale.
La riforma delle pensioni resterà bloccata fino all’autunno, con la Manovra 2024; si spera di saperne di più.
In altre parole, dobbiamo attendere il momento in cui l’Esecutivo dovrà chiarire, per cause di forza maggiore, le novità in vista della legge di Bilancio 2024.
In tema di previdenza, i contorni della Manovra 2024 sono stati preannunciati dal segretario generale della CGIL, Maurizio Landini, che ha spiegato la necessità di organizzare un tavolo di lavoro reale, concreto e immediato sui diversi aspetti previdenziali.
Landini non ha tentato di camuffare l’amarezza emersa dall’ultimo incontro con il governo. Tutt’altro, il segretario non è ottimista sugli interventi che il governo Meloni dovrebbe affrontare per evitare il ritorno secco della riforma Fornero. Un aspetto curato in un recente aggiornamento da TAG24, clicca qui per tutti i dettagli.
Come si potrà andare in pensione nel 2024?
Le risorse per superare le regole imposte dalla legge Fornero scarseggiano o non ci sono. Il governo Meloni dovrà dimostrare talento, creatività e molta tenacia nel conciliare le regole del buonsenso con le esigenze dei lavoratori, senza minare la sostenibilità finanziaria.
Sarà estremamente difficile che la misura Quota 41 per tutti sia attivata nel 2024, ma è piuttosto realistico che sarà necessario raggiungere il perfetto equilibrio tra tempo e risorse.
Tuttavia, resta irrisolto il nodo della Quota 103 o Quota 41 ibrida, cioè riservata a coloro che perfezionano 41 anni di contributi al compimento di almeno 62 anni di età e altre condizioni previste dalla normativa vigente che limitano l’accesso alla misura. Ed è questo il motivo principale per cui si richiede una proroga di Quota 103, ma solo se viene apportata una modifica.
Leggi anche Pensioni, Quota 96 potrebbe tornare ma solo per i lavori usuranti e con un taglio dell’assegno
Quali sono le nuove proposte per andare in pensione nel 2024?
Recentemente, il Movimento 5 Stelle ha presentato una mozione per accelerare l’obiettivo promesso in campagna elettorale da Forza Italia di aumentare le pensioni minime fino a 1.000 euro.
Per quanto riguarda la pensione donna, molte persone hanno richiesto il reintegro dei precedenti requisiti dell’Opzione donna. Tale misura consentiva alle lavoratrici di andare in pensione all’età di 58 o 59 anni e con almeno 35 anni di contributi, si spera che torni nel 2024.
Tuttavia, non si esclude che con la riforma del 2024 la misura venga rimodulata o venga introdotto almeno uno scivolo previdenziale chiamato Ape Rosa, che permetterebbe un’uscita anticipata con requisiti meno selettivi. È importante ricordare che il governo Meloni ha introdotto nuovi parametri di accesso all’Opzione donna nella legge di Bilancio 2023, riservando la misura alle lavoratrici invalide, caregiver e licenziate.
D’altra parte, anche l’anticipo pensionistico Ape sociale è una misura che dovrebbe essere rinnovata e rafforzata per il 2024.
In conclusione, non ci sono buone o cattive notizie sulla riforma pensioni. È importante sottolineare che si discute di ipotesi e indiscrezioni, ma non vi sono comunicati ufficiali che confermino le caratteristiche principali della riforma pensioni o le modifiche alle misure in scadenza al 31 dicembre 2023.
Leggi anche Quota 41 solo in versione light con taglio dell’assegno
Questo paese va a rotoli e il buon Mattarella che fa va in Sudamerica invece di andare in Austria a vedere cosa fanno i paesi civili e all’ avanguardia.