L’ex ministro della Salute torna ad attaccare la commissione d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza: “Ne volevamo una che analizzasse quanto avvenuto a 360 gradi per affrontare meglio emergenze future”.
Il deputato del Pd ed ex ministro della Salute nei governi Conte II e Draghi durante i mesi della pandemia, Roberto Speranza, torna ad attaccare l’istituzione della commissione d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid votata ieri alla Camera, in un’intervista al “Corriere della Sera“, rilanciata dall’Agi.
Questa commissione non cerca risposte, è un’operazione indegna. Il nostro Paese non la merita.
L’ex ministro parla di un tentativo di portare la spesa per la sanità oltre il 7% del Pil, “ma è stata riportata sotto questa soglia”.
Questa la premessa, a cui l’esponente dell’opposizione aggiunge:
Noi volevamo una commissione seria che si desse il compito di analizzare quanto avvenuto a 360 gradi con l’obiettivo di essere più pronti ad affrontare un’emergenza del genere in futuro. Per esempio rafforzando il servizio sanitario nazionale, come ho tentato di fare portando la spesa per la sanità oltre il 7% del Pil. Questo governo, appena arrivato, l’ha riportata sotto quella soglia.
E ancora, riferendosi alla commissione:
È un tribunale politico con fini strumentali, una clava per colpire gli avversari. E lo dimostrano due elementi concreti: mentre noi avremmo voluto che affrontasse ogni aspetto della gestione dell’emergenza, la maggioranza ha scelto di escludere dal perimetro dell’iniziativa della commissione le Regioni che hanno funzioni costituzionali primarie e fondamentali sulla sanità. Abbiamo chiesto la ragione e la risposta è stata un imbarazzato silenzio.
Speranza difende il suo operato e descrive come “uno dei migliori risultati d’Europa e del mondo” l’operazione delle vaccinazioni.
Concetti del resto già anticipati ieri in Aula, quando l’ex ministro ha detto:
[La commissione] è indegna di un grande Paese come l’Italia, e dobbiamo essere orgogliosi dell’Italia, perché anche in quel periodo ha retto e si è rilanciata nonostante il sottofinanziamento. Grazie a medici, personale sanitario, ha dimostrato di essere comunità, di avere il senso delle regole, di aver fiducia nella scienza conseguendo uno dei migliori risultati d’Europa e del mondo con le vaccinazioni. Dovremmo essere orgogliosi del lavoro fatto.
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