Cifra tonda per un conflitto che sembra non accennare a sfumare e il cui bilancio è sempre più drammatico, secondo quanto riporta l’Onu: in 500 giorni di guerra in Ucraina le vittime civili sono state 9.000, tra cui mezzo migliaio di bambini. I dati provengono dall’ufficio dell’alto commissario Onu per i diritti umani, secondo il quale il numero di vittime nel 2023 sarebbe diminuito rispetto al 2022. Tuttavia, è stato segnalato un nuovo picco tra maggio e giugno. Numerosi e significativi sono gli scambi diplomatici e gli avvertimenti a parole occorsi nelle ultime ore, ma anche le critiche e i giudizi negativi rivolti ad alcuni presidenti. E ciò anche in relazione a questo continuo aumento delle vittime civili.

Ucraina, l’Onu delinea un quadro drammatico: 9.000 vittime civili in 500 giorni di guerra

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, in un’intervista rilasciata alla Cnn e che sarà visibile da domani, si rivolge direttamente al presidente cinese Xi Jinping. Biden, nell’intervista, invita il presidente cinese a muoversi con cautela, ricordando che Pechino poggia sugli investimenti dell’Occidente. Negli estratti già diffusi dell’intervista, si sente il presidente dire: “Non è una minaccia, è un’osservazione“.  Le parole del presidente non arrivano in un momento casuale, bensì dopo l’incontro tra Jinping e Putin, i quali hanno discusso della loro alleanza in relazione alla guerra e della collaborazione per quanto riguarda armi e forniture di gas e petrolio.

Anche Biden, dal canto suo, è stato al centro di diverse critiche da parte delle organizzazioni che tutelano i diritti umani. Il motivo dietro a tale giudizio è la scelta del presidente di inviare all’Ucraina munizioni a grappolo. Biden, sottolineando la difficoltà di prendere tale decisione, ha dichiarato che le forze ucraine stavano “esaurendo le munizioni” e si trovavano in una situazione complessa. Tuttavia, durante tale invio di armi Kiev ha garantito che avrebbe ridotto al minimo i rischi per i civili, anche evitando di usare le munizioni in aree popolate.

Per quanto riguarda forniture di gas e petrolio si segnala qui che la Russia potrebbe imporre sanzioni contro l’Ucraina per le azioni legali della compagnia petrolifera e del gas ucraina Naftogaz contro l’azienda russa Gazprom. Naftogaz, nel settembre del 2022, ha intentato una causa contro Gazprom presso la Corte internazionale di arbitrato di Parigi, chiedendo i pagamenti scaduti per il transito del gas attraverso l’Ucraina. Le richieste sono state respinte. Il ceo di Gazprom Alexei Miller ha inoltre ricordato che Naftogaz ha intentato una causa da 5 miliardi di dollari presso un tribunale statunitense contro la Russia per oggetti smarriti nella Crimea occupata. Tutto ciò potrebbe comportare la fine della cooperazione tra le società russe e Naftogaz.

Spostandoci geograficamente, secondo fonti siriane filorusse, la Siria avrebbe represso i mercenari Wagner presenti sul suo territorio, al fine di fermare la diffusione della ribellione di Prigozhin del 23 e 24 giugno. La repressione ha previsto il blocco delle linee telefoniche, la convocazione di una decina di comandanti di Wagner in una base militare russa e l’ordine ai mercenari di firmare nuovi contratti con il ministero della difesa russo o di lasciare prontamente la Siria. Damasco ha fatto di tutto per agevolare la Russia, in modo che non fosse distratta dagli eventi in patria.