In Olanda è caduto il quarto governo guidato da Mark Rutte, dopo la profonda crisi politica generata dalla legge sull’asilo e sull’immigrazione. I partiti che sostenevano la maggioranza non sono riusciti a trovare la quadra sul provvedimento, sul quale il Primo Ministro si era esposto anche in sede europea. Ora il paese dovrà andare ad elezioni, che saranno probabilmente indette in autunno e si andrà al voto nel mese di ottobre.

Il governo Rutte è caduto su diritto d’asilo e immigrazione in Olanda

Il governo olandese si è spaccato sulle leggi relative al diritto d’asilo nel paese. I colloqui sul tema si sono trascinati per mesi, ma non hanno portato a un elemento comune tra i partiti che compongono l’esecutivo. Di qui la crisi politica che ha portato alla caduta. Da un lato CDA e VVD, il partito conservatore di Rutte, che puntavano a rendere più difficile il ricongiungimento delle famiglie di rifugiati, del partito D66 e i calvinisti dell’Unione Cristiana. L’esecutivo si era riunito giovedì per tentare la svolta, che però non si è verificata. Il primo ministro ha così annunciato le dimissioni parlando di differenze “insormontabili”:

Stasera abbiamo purtroppo raggiunto la conclusione che le differenze sono insormontabili. Per questo motivo a breve presenterò le mie dimissioni per iscritto al re a nome di tutto il governo

La parabola del governo Rutte: dall’inizio travagliato alle dimissioni

Il quarto governo Rutte ha vissuto alterne vicende fin dalla sua entrata in carica, nel gennaio 2022. Alle elezioni del 2021 il partito del primo ministro non aveva infatti ottenuto la maggioranza per governare da solo ed era stato costretto ad aprire una difficile trattativa con liberali e calvinisti. Dopo quasi 300 giorni la quadra era stata trovata per sostenere un esecutivo, ma le posizioni su alcuni temi – come l’immigrazione – rimanevano distanti. Già in primavera le elezioni amministrative avevano agitato la maggioranza, con la vittoria di un partito degli agricoltori che aveva messo in dubbio le politiche ambientali portate avanti da Rutte. Poi la discussione sul diritto d’asilo, tema sul quale le differenze apparivano “insormontabili”. Ciò che è avvenuto in Olanda avrà probabilmente un effetto anche in vista delle prossime elezioni europee del 2024. A Bruxelles Rutte fa parte dei centristi di Renew Europe, ma ora una sua vittoria anche alle consultazioni di ottobre non appare così scontata.