Un cavallo morto abbandonato in strada in una pozza di sangue senza alcun indizio sulle cause che possano aver portato a una simile tragedia. La Lav denuncia la scena barbarica e indica nelle corse clandestine la possibile origine di episodi del genere.

Cavallo morto a Messina in via Catania, la Lav: “Sospetto di corsa clandestina”

Una scena orribile quella che si è palesata davanti agli occhi degli abitanti di Messina, residenti in via Catania, nella mattinata di ieri, 6 luglio. Un cavallo riverso al suolo nel bel mezzo della strada, circondato da una vera e propria pozza di sangue.

Nessun segno o indizio di quelle che potrebbero essere state le cause della morte dell’animale, che ha suscitato il terrore e la rabbia della popolazione.

A farsi interprete di questa indignazione è la Lav (Lega Antivivisezione), che tramite Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Nazionale Zoomafia dell’associazione, denuncia la ricorrenza di simili vicende, che vedono gli animali come vittime sacrificali. Troiano cita, infatti, un episodio analogo del 2011, nel quale un altro cavallo morì dopo il violento impatto con alcune auto parcheggiate, urtate mentre correva all’impazzata per le vie cittadine.

La Lav punta, quindi, il dito sulle attività criminali della zona, alludendo alla possibilità che siano le corse clandestine all’origine della tragedia.

“Saranno le indagini a stabilire le cause e le responsabilità di questo nuovo caso, ma il sospetto che il cavallo sia stato utilizzato in una corsa clandestina o in attività di allenamento funzionale alle gare illegali, è molto forte, viste le modalità del fatto e il contesto in cui si è verificato”.

Intanto, gli inquirenti stanno analizzando le immagini della sorveglianza locale, che mostrerebbero l’animale urtare violentemente contro un cartellone pubblicitario per poi cadere e morire dissanguato.

“Nessuna legge contro le corse clandestine”

La Lav continua, dunque, a portare avanti la sua battaglia contro la violenza che si scatena contro animali di ogni tipo. Come quella che ha portato al ritrovamento di alcune pecore morte e scuoiate nei boschi di Samarate, in provincia di Varese, sulle quali la Lav sostiene possa esserci l’ombra di riti satanici.

La denuncia nei confronti delle corse clandestine è dovuta alla diffusione del fenomeno nella zona, di cui la Lav è consapevole. Ciò che stupisce l’associazione è il silenzio delle istituzioni sull’argomento. Troiano, infatti, sottolinea come siano state molteplici, nel corso degli anni, le richieste per un inasprimento delle pene, anche a carattere penale, per questo reato, senza mai ricevere risposta.

Questo significa che una delle attività più crudeli nell’ambito della cosiddetta ‘zoomafia’ continua a rimanere sostanzialmente impunita, “ad esclusivo vantaggio delle bande criminali delle corse clandestine”.

Ti potrebbe interessare: Orsa Jj4, la Lav chiede di poterla salvare e portala in un rifugio. Associazioni animaliste: “No abbattimenti”