La domanda sul come si mangiano le friselle è un po’ retorica. Perché questo splendido prodotto della tradizione pugliese, ormai arrivato a conquistare i cuori di tutti gli italiani, non ha un modo canonico per essere mangiato, se con questa domanda si intende cosa metterci sopra. Se invece si vuole sapere come renderle un po’ più morbide ed affrontarle con una farcitura fresca e delicata, come del semplice datterino, allora il tema è un altro. Di certo comunque la caratteristica delle friselle è di essere croccanti, invoglianti, con un sentore di pane che ricorda una tavola familiare e un momento di relax estivo. 

Per raccontare come si mangiano le friselle occorre partire dalla base: questa preparazione tipica del tavoliere pugliese si degusta con una semplice farcitura di pomodoro fresco, in ogni momento della giornata. 

La cosa che le rende interessanti e intriganti è quella che può essere definita una vera e propria cerimonia dell’ammorbidire il pane secco. Una sorta di rito che affonda le radici nella tradizione più profonda della cucina popolare e che, se riportata in tavola, ci sostiene nel progetto di valorizzazione del nostro patrimonio culinario familiare. 

Il significato di questo nome è piuttosto semplice: frisella è il diminutivo di fresa, una parola che in latino significa “macinata”. Deriva quindi dalla macinatura della materia prima.

Sapori di Puglia: come si mangiano le friselle

Se vogliamo un abbinamento classicamente estivo, leggero, croccante, delicato e saporito possiamo riandare alla tradizione culinaria della Puglia che ci insegna come mangiare le friselle, o frise, come vengono chiamate.

Si tratta di una fetta di pane biscottato che ha la forma di una ciambella, a volte di un tarallo, prodotto con farina di grano duro oppure d’orzo.

Una volta preparato l’impasto e poi messo a cuocere al forno, viene estratto e tagliato a metà per essere di nuovo ripassato al forno e biscottato. La frisa non è quindi un pane, perché richiede una doppia cottura. La dimensione della frisa è sempre personalizzata: non esiste una misura standard. Lo spiega il fatto che questa particolare preparazione veniva preparata per essere portata con sé durante i viaggi. Poteva essere conservata a lungo, era leggera, poteva essere ammorbidita con acqua (si dice che i fenici utilizzassero direttamente l’acqua del mare) e poi condita anche solo con semplice olio: ecco perché nell’antichità erano tutti magri!

Quante friselle mangiare a dieta?

Ci sono domande che non si dovrebbero fare, soprattutto quando stiamo per svelare come si mangiano le friselle, che è una preparazione già di suo leggera. Per rispondere a questo quesito, prima di scoprire come si mangiano le friselle, possiamo ipotizzare che, con una farcitura leggera all’olio e pomodoro, si possono mangiare circa 3 friselle a testa, con un consumo di circa 240 calorie. Chiaro che se la frisella la condiamo con strutto, lardo o salame l’apporto calorico cambia. 

Le friselle al pomodoro

Scopriamo però cosa ci serve per fare delle gustose friselle al pomodoro, una delle più classiche preparazioni per questo particolare pane biscottato tipico della Puglia e di altre regioni vicine. Gli ingredienti che ci servono per farle degustare a tre-quattro amici sono: 

  • 4 friselle di pane integrale
  • 8 pomodori maturi (o 16 pomodorini)
  • olio extra vergine di oliva
  • origano
  • basilico
  • aglio (facoltativo)
  • sale q.b.

Per scoprire come si mangiano le friselle partiamo dal rito della bagnatura. Immergete le friselle per pochi istanti nell’acqua e poi posizionatele sul fondo di un contenitore basso e capiente. Avrete prima lavato, mondato e tagliato a pezzetti i pomodorini, e li avrete conditi con sale, pepe, origano e mezzo spicchio di aglio. Utilizzate l’altra metà dell’aglio per strofinare le friselle. Su ogni frisella poi mettete un cucchiaio di pomodorini e servite guarnendo con una foglia di basilico. Se volete dare una spinta in più potete anche guarnire con una alice marinata. 

Quanto tempo durano le friselle

Senza il rito della bagnatura, poiché le cocchie (ovvero le due parti della frisella) sono completamente disidratate, le friselle possono durare mesi. Per questo i marinai fenici se le portavano sempre appresso: era sopravvivenza, ma anche sapore di casa. 

Se vi sono piaciute le friselle e avete ancora voglia di Puglia, mettetevi all’opera con le orecchiette alle cime di rapa o la pasta e patate.