Il terzo giorno consecutivo di caldo record a livello mondiale fa scattare un nuovo, preoccupante avvertimento da parte dell’Onu che, per bocca del suo segretario Antonio Guterres, parla esplicitamente di situazione “fuori controllo”. E alcuni prevedono ulteriori peggioramenti nei prossimi giorni.

Tre giorni consecutivi di caldo record nel mondo, l’Onu: “Ci stiamo dirigendo verso una situazione catastrofica”

I segnali inquietanti del disastro verso cui rischia di precipitare il pianeta Terra sono ormai sempre più evidenti. L’ultimo, in ordine di tempo, è l’ennesimo record toccato dalle temperature mondiali che, negli ultimi tre giorni – 4, 5, 6 luglio – ha fatto registrare le giornate più calde di sempre consecutive.

Un dato che sembra confermare le previsioni di un’estate 2023 molto problematica sul profilo ambientale e climatico, e che viene visto con preoccupazione dall’Onu. Il segretario generale della Nazioni Unite, Antonio Guterres, parla esplicitamente di cambiamento climatico ormai “fuori controllo” e ammonisce le nazioni del pianeta sulla necessità di fare subito qualcosa per evitare la tragedia.

“Se continuiamo a ritardare le misure essenziali che sono necessarie, penso che ci stiamo dirigendo verso una situazione catastrofica, come dimostrano gli ultimi due record di temperatura”.

Dati scoraggianti e preoccupazione anche per la situazione degli oceani

È stato il Centro nazionale americano di previsione ambientale (NCEP) a diffondere i dati, che hanno sottolineato come particolarmente indicativa sia stata la giornata del 6 luglio che, con +1,02 gradi rispetto alla norma per quella particolare data, è risultata la più calda di sempre su scala mondiale.

A peggiorare la situazione ci sono le previsioni di alcuni scienziati per cui questo record di giornate dal caldo anomalo possa continuare anche nei prossimi giorni.

Intanto, un ulteriore motivo di preoccupazione arriva dagli oceani, le cui temperature hanno raggiunto i valori più alti dal 1991, a seguito di un’ondata di caldo che, al momento, interessa circa il 40% degli oceani mondiali e che potrebbe estendersi alla metà del totale entro settembre.

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