Si chiama Angelika Hutter, ha 31 anni e risiede a Deggendorf, una piccola città della Baviera, in Germania, la donna arrestata nelle scorse ore per l’incidente che a Santo Stefano di Cadore, in provincia di Belluno, ha strappato alla vita tre persone, incluso un bimbo di due anni. A riportare le sue generalità è il Corriere della Sera, secondo cui, già nella giornata di domani, la donna potrebbe essere ascoltata davanti al gip per la convalida del fermo. È accusata di omicidio stradale plurimo. Secondo i primi accertamenti, viaggiava a una velocità non inferiore a settanta chilometri orari. Non è chiaro se fosse sotto l’effetto di sostanze, né se sia stata distratta dal cellulare.
Incidente a Santo Stefano di Cadore (Belluno): arrestata una donna. Ecco chi è
Sono disoccupata, mi trovo qui perché sto facendo un giro in Italia…
Sarebbero queste, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, le poche spiegazioni fornite dalla donna che nelle scorse ore è stata tratta in arresto per l’incidente che a Santo Stefano di Cadore, in provincia di Belluno, ha provocato la morte di tre persone: Mattia Antoniello, di due anni, il papà Marco, 48 anni, e la nonna Maria Grazia, 64 anni. Angelika Hutter, una cittadina tedesca di 31 anni, è accusata di omicidio stradale plurimo. Stando a quanto ricostruito finora, avrebbe investito la famigliola, originaria di Venezia, dopo aver sbandato ed essere finita sul marciapiede in via Udine.
Viaggiava a bordo di un’Audi A3 presa a noleggio a una velocità di almeno settanta chilometri orari (su un tratto di strada in cui il limite è di cinquanta) e, stando ai primi accertamenti, non avrebbe frenato. Nell’impatto, violentissimo, le tre vittime sarebbero state sbalzate per decine di metri. Quando i soccorsi sono arrivati sul luogo del sinistro Mattia era ancora vivo. Sarebbe morto qualche ora dopo, presso l’ospedale San Martino di Belluno. Si sono salvati, invece, sua madre Elena – che ha riportato una frattura al piede – il nonno, Lucio Potente, rimasto miracolosamente illeso, ma colpito da un malore, e il fratello, che si trovava leggermente distante, in bicicletta.
Nelle prossime ore, una volta arrivati gli esiti degli esami del sangue effettuati alla conducente dell’auto coinvolta, si potrà capire se la donna fosse o meno sotto l’effetto di alcol e droghe. Sembra che stesse passando un periodo difficile. Nella vettura che aveva affittato per girare l’Italia sono stati trovati coperte e cibo, come se l’avesse trasformata in un’abitazione. Chi lavora al caso ipotizza che si sia distratta utilizzando il cellulare. Per questo il suo smartphone è stato sequestrato e sarà passato al setaccio.
La convalida del fermo della 31enne
In attesa dell’udienza di convalida del fermo, che potrebbe tenersi già domani, la 31enne è stata trasferita nel carcere di Venezia.
È stata arrestata per la velocità, ma anche per il pericolo che potesse lasciare l’Italia, come è successo per il camionista tedesco che ha investito e ucciso il ciclista Davide Rebellin – ha dichiarato il pm di Belluno, Simone Marcon -. Sarebbe diventato tutto molto più complicato. Speriamo di avere presto gli esiti degli esami alcolemico e tossicologico. Ho avuto rassicurazioni in questo senso dal commissario dell’Ulss 1 Dolomiti, Giuseppe Dal Ben. Quanto alla pena prevista, si può arrivare anche a 12 anni.
A riportalo è il Corriere delle Alpi. La tragedia che ha coinvolto la famiglia di Venezia, ha lasciato tutti sgomenti.
Siamo distrutti. Non ha senso morire in questo modo, falciati in vacanza da un’auto piombata alle spalle,
ha dichiarato lo zio del piccolo Mattia, Marco Potente, intervistato dal Gazzettino. Stando alle sue parole, la donna fermata “sembrava fuori di sé” e, negli attimi successivi all’incidente, avrebbe addirittura inveito contro i corpi delle vittime. A Bolzano, qualche giorno prima, sarebbe stata denunciata perché trovata in possesso di “oggetti atti ad offendere”. Per il momento non avrebbe mostrato segni di pentimento.