Arrestato a Reggio Calabria un falso medico chirurgo che operava in diversi ambulatori eseguendo interventi di trapianto di capelli.

Su richiesta della Procura locale, i Carabinieri del Nas, con la collaborazione dei militari del Comando Provinciale dei Carabinieri del capoluogo, hanno arrestato oggi il 56enne, ponendolo ai domiciliari. La decisione segue un’attenta ed articolata opera di indagine sulla sua condotta che ha accertato come esercitasse la professione di medico in modo abusivo.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti il soggetto fermato si spacciava per medico chirurgo senza avere i titoli né di conseguenza l’iscrizione all’albo.

Nello specifico l’uomo si era “specializzato” negli interventi di per il trapianto di capelli. Il 56enne avrebbe eseguito decine di operazioni su ignari pazienti. Indossava quindi il camice e si destreggiava tra i suoi quattro ambulatori.

In realtà l’uomo risultava titolare di un bed and breakfast e non ha mai conseguito alcuna laurea in medicina.

Reggio Calabria arrestato falso medico: attività illecita iniziata nel 2017

La sua condotta è balzata all’attenzione delle forze dell’ordine fin dalla fine del 2022. Ne era dunque nata una vasta attività di indagine condotta dai militari del Nucleo antisofisticazioni (Nas). Gli inquirenti hanno iniziato a seguire il sospettato e acquisire importanti elementi circa la sua attività illecita.

Allo scopo i militari hanno raccolto anche le testimonianze dirette di alcuni pazienti e hanno acquisito diversa documentazione come prova.

Da quanto divulgato dai NAS attraverso comunicato ufficiale, il 56enne aveva iniziato a spacciarsi per falso medico già dal 2017. Il soggetto aveva infatti organizzato quattro diversi ambulatori in cui eseguiva operazioni di tricologia chirurgica. Il tutto senza le dovute autorizzazioni.

Il 56enne effettuava il trattamento medico con tecnica “Fue”. Somministrava anche anestesia locale e prescriveva farmaci per il decorso post operatorio, sempre senza aver alcun titolo professionale che autorizzasse tali azioni.

Il suo comportamento avrebbe perciò messo in serio pericolo i suoi pazienti. Questi sarebbero stati sempre ignari che il 56enne si fingesse medico e che non avesse alcuna qualifica per eseguire gli interventi. Oltretutto i farmaci somministrati, compresa l’anestesia, avrebbero potuto rilevarsi anche fatali.

Per ogni intervento il compenso richiesto ammontava a circa 2.500 euro. Una cifra evidentemente allettante rispetto alla concorrenza.

Denunciati anche i suoi tre collaboratori

Per la sua attività illecita, il 56enne si serviva anche di tre collaboratori, tra cui una sedicente infermiera. Anche la donna infatti non aveva alcuna preparazione né competenza per essere impiegata in tale ambito. A loro carico è stata avanzata la denuncia in concorso per il reato di esercizio abusivo della professione sanitaria.

Il sodalizio con a capo il falso chirurgo utilizzava anche una pagina Facebook e un sito internet per promuovere la propria attività, nel tentativo di procacciarsi nuovi clienti.

La pubblicità aveva infatti dato i frutti sperati con alcuni pazienti arrivati anche da altre zone della Calabria o dalla Sicilia.

Le autorità hanno provveduto a disporre il sequestro preventivo di ogni canale informatico relativo a tale attività. Allo stesso modo per il momento sono stati posti i sigilli ad uno dei quattro ambulatori medici sotto indagine. Sequestrata anche tutta la strumentazione utilizzata per gli interventi.

Qualche settimana fa i Carabinieri del Nas di Lucca avevano smascherato un falso medico all’interno dell’ASL del capoluogo di provincia toscano. Oltre un anno fa il trentenne lucchese aveva vinto un concorso per personale medico da impiegare in obitorio. Il giovane aveva presentato autocertificazione che attestava un titolo universitario in medicina mai conseguito e che stesse frequentando la specializzazione in medicina legale. Le indagini in poco tempo hanno fatto emergere la verità. Ora il 30enne dovrà, oltre che rispondere delle accuse penali, restituire i compensi indebitamente riconosciuti dalla ASL.