Non è stato un anno facile quello di Ettore Messina e dell’Olimpia Milano: nonostante la terza stella raggiunta con lo Scudetto 2023 vinto ai danni della Virtus Bologna, l’Eurolega è stato sicuramente un momento complicato.

A palla ferma il coach dell’Olimpia ha tracciato un bilancio della stagione e ha parlato di molto altro.

In Italia è lo scudetto numero 6, in totale è il 12°, un buon numero. Fare una graduatoria è difficile perché ci sono tantissimi bei ricordi, ma questo è stato un titolo molto bello perché è arrivato alla fine di una stagione molto complicata e al termine di una serie molto difficile, contro una Virtus molto forte. A differenza dell’anno scorso in cui ad un certo punto la Finale si era indirizzata per noi e si capiva che ne avevamo di più, questa volta obiettivamente nessuno dei due ha mai sentito di avere in mano la serie. Mi ha ricordato molto la finale del ’98 tra Virtus e Fortitudo, in cui noi arrivavamo stanchi dalla Final Four di Eurolega vinta e loro avevano fatto una grande stagione con una squadra molto competitiva

L’ipotesi dimissioni di Messina

C’è stato un momento in cui, durante la stagione, il coach ha dichiarato pubblicamente la possibilità di dimettersi; l’allenatore catanese ha così risposto sulla questione.

Era la cosa da dire in quel momento, ma dovevo limitarmi a dirla solo al signor Armani e al signor Dell’Orco. Non dovevo condividerla fuori perché si sarebbe scatenato un putiferio. Era molto semplice: se ritengo di non fare abbastanza per aiutare la squadra, non ho nessun problema a lasciare il posto a qualcuno che generi maggiore fiducia soprattutto alla proprietà. Nel momento in cui mi hanno detto di andare avanti tranquillo, io ero già a posto. A posteriori mi sono reso conto che questo aveva creato una situazione di allarme e di maggiore incertezza. Fu un errore paradossalmente di inesperienza

Il rapporto tra nazionali e club

Un altro argomento delicato è quello tra nazionali e club, soprattutto in ambito europeo.

Eurolega e FIBA stanno parlando molto per cercare di condividere un progetto che deve passare giocoforza dalle varie federazioni nazionali. Qualcuno deve pur rinunciare a delle partite, che sia l’Eurolega o che siano i campionati nazionali perché magari invece che a 16 si gioca a 14 squadre. Devono continuare a stare al tavolo senza alzarsi, finché non hanno trovato un’idea comune. Il dato più confortante della Finale Scudetto è che nessuno si è fatto male. Erano giocatori stravolti, al limite dello stress nervoso e fisico, quindi io pensavo che qualcuno si sarebbe infortunato. Per fortuna non è andata così. Adesso hanno 4 settimane di riposo, poi ricominciano a giocare. A settembre torneranno dal Mondiale sfiniti per cominciare una stagione di 9 mesi con i club. Questo non è normale e non è corretto. Possiamo solo sperare che le varie parti in causa mettano fine a questo scempio. Una piccola goccia, ma importante, è stata l’idea di tornare (dall’anno prossimo, ndr) alle cinque partite per la serie finale. Puoi comunque sperare di vedere un bello spettacolo ma con squadre meno stanche rispetto a quest’anno. In ogni caso questa Finale è stata lo spot migliore per il nostro sport