Nelle scorse ore un 28enne è stato tratto in arresto dalla Polizia di Stato perché potrebbe essere coinvolto nell’omicidio avvenuto al Pallonetto, nel rione Santa Lucia di Napoli, nella notte tra il 5 e il 6 luglio scorsi. Per capire se abbia avuto un ruolo nell’agguato che ha strappato alla vita il 44enne Pasquale Sesso gli inquirenti starebbero analizzando un’arma trovata in suo possesso. A suo carico, comunque, ci sarebbero già gravi indizi di colpevolezza.
Omicidio al Pallonetto, nel rione Santa Lucia di Napoli: arrestato un sospettato. Ha 28 anni
Il reato contestato al ragazzo di 28 anni che nelle scorse ore è finito in manette a Napoli è di detenzione di arma da fuoco. Secondo gli inquirenti, potrebbe però trattarsi della stessa persona che, nella notte tra il 5 e il 6 luglio scorsi, ha freddato a colpi di pistola il 44enne Pasquale Sesso, nel rione Santa Lucia di Napoli. Un omicidio che aveva avuto tutta l’aria di essere un agguato e che, secondo Repubblica, potrebbe essere collegato alla gestione degli affari di droga dell’area, rimasta scoperta dopo i numerosi arresti avvenuti nel clan Elia, storicamente a capo della zona.
Si tratta di un quartiere centrale della città, situato a pochi chilometri di distanza da piazza del Plebiscito ed è uno dei più “caldi” per lo spaccio. L’ipotesi è che il delitto rientri in una faida tra gruppi rivali. Sembra infatti che, da qualche tempo, il rione fosse “in fibrillazione” perché, il vuoto creato dagli arresti nel clan egemone e degli uomini ad esso legati, avrebbe attratto in zona altri malavitosi. Anche Sesso, del resto, frequentava quegli ambienti. E aveva alle spalle diversi precedenti, per spaccio e rapina.
Stando a quanto ricostruito finora, si trovava in scooter, tra vico Solitaria e via Pallonetto, quando, poco dopo la mezzanotte, sarebbe stato raggiunto da circa otto colpi di arma da fuoco, di cui uno solo andato a segno, quello fatale. Portato d’urgenza al pronto soccorso del Pellegrini di Napoli, non ce l’aveva fatta, morendo poco dopo. Ciò che si sta cercando di capire è se la pistola trovata in possesso del 28enne fermato sia compatibile con quella usata dal suo assassino. In attesa degli esiti degli accertamenti, gli agenti avrebbero però visionato i filmati delle videocamere di sorveglianza dell’area, riuscendo ad attestare la sua presenza in zona.
Caso vicino alla risoluzione
La Polizia è sulla buona strada per la risoluzione del caso,
secondo il Questore di Napoli, Maurizio Agricola, appena insediatosi. In tutta la vicenda potrebbe aver avuto un ruolo anche la recente scarcerazione di Fausto Frizziero, reggente dell’omonimo clan della Torretta tornato in zona dopo essere sparito di scena per anni. Una storia di droga, rivalità e camorra, insomma. Come quella che, qualche mese fa, aveva strappato alla vita il 25enne Antonio Bortone, con precedenti per droga e ritenuto molto vicino al clan Ranucci.
Per la sua morte, avvenuta l’8 marzo in via Solimene, a Sant’Antimo, in provincia di Napoli, sono stati arrestati in quattro, con l’accusa di omicidio e tentato omicidio aggravato. Anche lui, come Sesso, si trovava alla guida di uno scooter. Nonostante il tentativo di fuggire, era stato colpito da almeno sette colpi di pistola, morendo sul colpo. L’amico che era con lui, Mario D’Isidoro, era riuscito a salvarsi grazie al borsello che indossava, che aveva attutito i colpi. Il tutto per una faida scoppiata tra clan per il controllo delle piazze di spaccio della zona.
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