Imputazione coatta cos’è: significato, spiegazione e il caso Delmastro
Imputazione coatta cos’è: in molti si pongono questa domanda, soprattutto alla luce dei recenti avvenimenti che hanno scosso il mondo della politica italiana e non solo. Vediamo allora di che cosa si tratta, di cosa stiamo parlando, che significato ha questa espressione, qual è la spiegazione e infine cosa c’entra il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro.
Imputazione coatta cos’è: il significato spiegato in parole semplici
Non è semplice rispondere alla domanda “che cos’è l’imputazione coatta?”. Proviamo tuttavia a spiegarlo con parole chiare e semplici, in modo da cercare di capire bene di che cosa stiamo parlando. In primo luogo vi diciamo che essa viene disposta con un’ordinanza del giudice. Non si tratta, dal punto di vista tecnico, di un rinvio a giudizio.
L’imputazione coatta è, nella pratica, un atto giudiziario che dispone che la Procura, la quale aveva chiesto precedentemente l’archiviazione di un caso, chieda invece per l’indagato o gli indagati un rinvio a giudizio. A questo punto si passa alla fase successiva. Nel minor tempo possibile viene nominato un nuovo gup che ha come primo e importante compito principale quello di fissare una data per un’udienza preliminare.
In seguito, si presenta l’accusa. Quest’ultima è chiamata a sostenere le ragioni di questo rinvio a giudizio. Dall’altra parte la difesa può seguire tre strade. Può chiedere il patteggiamento, il rito abbreviato, oppure l’assoluzione. A questo punto il nuovo giudice deve decidere che cosa fare. Quindi se stabilire un eventuale patteggiamento, una condanna in abbreviato, un rinvio a giudizio o un’assoluzione.
Questo è, in poche parole, ciò che avviene dal punto di vista tecnico. Dal punto di vista pratico in realtà, solitamente accade che, in seguito da ad un’ordinanza che dispone l’imputazione coatta, segue un processo. Per quanto riguarda l’archiviazione, questa diventa un’ipotesi molto improbabile arrivati a tal punto.
Il caso del sottosegretario alla Giustizia Delmastro
In questi giorni e in particolare oggi, giovedì 6 luglio 2023, i giornali, i telegiornali, il web e i social tornano a parlare di imputazione coatta. Il motivo? È legato al fatto che il gip di Roma, proprio in questa giornata, ha disposto tale provvedimento per il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro. Il politico al momento risulta indagato per presunta rivelazione di segreto d’ufficio in relazione al caso Cospito, l’anarchico detenuto al 41 bis che in questi mesi ha fatto risuonare il suo nome per un lungo e discusso sciopero della fame.
Secondo il giudice in particolare sussisterebbe sia l’elemento oggettivo che quello soggettivo del reato. Quindi è stata presa questa decisione. Ora la procura della Capitale, la quale in precedenza aveva chiesto l’archiviazione per Delmastro, deve formulare una richiesta di rinvio a giudizio. Prima la procura riteneva l’esistenza oggettiva del reato, ma non quella soggettiva a causa della mancanza di prove. Oggi invece la situazione è diversa.
Dopo la diffusione della decisione dell’imputazione coatta nei confronti di Andrea Delmastro, lo stesso sottosegretario ha reso pubblica una nota in cui afferma di prendere atto della scelta del gip di Roma e non solo. Il politico indagato dichiara anche che avrà modo di dimostrare davanti al giudice per l’udienza preliminare la sua non colpevolezza in questo senso, né per quanto riguarda l’elemento oggettivo, né per quello soggettivo.
La nota di Delmastro inizia così:
Io prendo atto della scelta del Gip di Roma che, contrariamente alla Procura, ha ritenuto necessario un approfondimento della vicenda giuridica che mi riguarda. Avrò modo, davanti al Giudice per l’udienza preliminare di insistere per il non luogo a procedere per insussistenza dell’elemento oggettivo, oltre che di quello soggettivo.
Nello stesso comunicato, sottosegretario alla Giustizia ha scritto poi di essere fiducioso e positivo. La nota si conclude con queste dichiarazioni:
Sono fiducioso che la vicenda si concluderà positivamente, convinto che alcun segreto sia stato violato, sia sotto il profilo oggettivo che sotto il profilo soggettivo.
emilio
UNA VERGOGNA IL COMPORTAMENTO DEI MAGISTRATI
OCCORRE UNA RADICALE RIFORMA DELLA LORO POSSIBILITA’ DI INDAGINE E UNA REVISIONE TOTALE DELLE CARRIERE OLTRE CHE LA MODIFICA DEI TITOLI PER INTRAPRENDERE E MANTENERE LA CARRIERA DOVE OCCORRE UNA VALUTAZIONE PSICHICA OLTRE CHE IL SUPERAMENTO DELL’ESAME VALUTATIVO